Quando si parla di lavoro spesso si ignora o si sottovaluta un momento fondamentale, come la pausa pranzo. Al di là dell’aspetto culinario, va sottolineata invece l’importanza della pausa pranzo intesa come momento di break e di relax nell’arco della giornata lavorativa.
Il pranzo rappresenta una sorta di giro di boa per i dipendenti durante la giornata lavorativa, dove poter finalmente rilassarsi, staccare dal lavoro, riposare la mente e naturalmente riempire lo stomaco che inizia a brontolare. È altrettanto importante mangiare qualcosa di proprio gradimento per essere pienamente soddisfatti e affrontare il resto della giornata lavorativa con lo stomaco pieno e il sorriso sulle labbra.
Ed è in questo contesto che hanno trovato un’ampia diffusione i buoni pasto, che di fatto vanno a sostituire la mensa o ne rappresentano comunque una validissima alternativa. Perché i buoni pasto si fanno preferire alle mense aziendali? Principalmente per due motivi.
Non tutte le aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni, sono dotate di una mensa. In tal caso i dipendenti devono mangiare fuori o portarsi il cibo da casa, mettendo in entrambe le circostanze mano al portafogli. Inoltre le mense forniscono menu piuttosto limitati, con una scelta contenuta per gli stessi dipendenti che potrebbero non gradire quanto viene proposto.
E invece i buoni pasto come funzionano? Partiamo dal presupposto che sono i datori di lavoro a decidere se erogarli o meno ai loro dipendenti, quindi non sono obbligatori, a meno che non siano previsti in specifici contratti. Molte aziende però vi fanno ricorso per i tanti benefici che portano in termini pratici, fiscali e di produttività.
Questi voucher rappresentano un vantaggio fiscale per i datori di lavoro, che possono dedurli dalle tasse, ma anche per i dipendenti dal momento che non sono soggetti a tassazione fino ad un determinato importo giornaliero.
Bisogna poi considerare i vantaggi per quanto riguarda il benessere degli stessi collaboratori, sia economico che psicologico. I dipendenti possono spenderli nei ristoranti e nelle pizzerie convenzionate, ordinando naturalmente i pasti di loro gradimento.
All’occorrenza questi voucher possono essere spesi anche nei supermercati o per fare la spesa online, così da prepararsi a casa un pranzo gustoso e salutare da portarsi poi al lavoro. Inoltre i buoni pasto possono essere usati anche per ordinare cibo da asporto e farselo spedire a domicilio, o comunque dove si sta svolgendo il lavoro. Una pausa pranzo equilibrata che soddisfa le necessità gastronomiche del dipendente mantiene alto il livello di energia durante il pomeriggio, quando fisiologicamente la concentrazione tende a calare.
I collaboratori si sentono anche più considerati dall’azienda, quindi per una questione di riconoscenza tendono ad essere più attenti e produttivi sul lavoro. L’azienda può così ridurre il tasso di assenteismo e di turnover, creando un clima sereno e rilassato che va a tutto beneficio della produttività aziendale.