La sfilata di Hnia Harrati al Castello Sforzesco durante la Milano Fashion Week di settembre 2024 è stata un evento unico nel suo genere.
Con “Queen of the Castle” la stilista italo – marocchina ha voluto lanciare un forte messaggio di bellezza, uguaglianza, creatività e inclusione. Attraverso la sua collezione, ha invitato a riflettere sull’empowerment femminile, andando oltre culture e stereotipi, e opponendosi fermamente a ogni forma di violenza e discriminazione.
Harrati, con la sua visione artistica e il suo impegno sociale, ha dimostrato come la moda possa diventare un mezzo efficace in grado di creare ponti tra le varie culture e opportunità professionali e di riscatto per le donne svantaggiate.
Il claim “La moda che unisce” ha sottolineato il potere simbolico degli abiti come mezzo per far emergere la regina nascosta in ogni donna, evidenziando la capacità di ciascuna di affermarsi e valorizzare la propria identità, come strumento di accettazione di culture-altre.
“Credo che la creatività e l’arte nella moda possano essere formidabili veicoli per un messaggio di integrazione, partendo dal dialogo tra le donne, sulle quali ricade spesso il peso della distanza tra culture – ha dichiarato la stilista di origine marocchina ormai milanese di adozione – la diversità non è solo una risorsa, ma un valore aggiunto per la comunità che accoglie”.
La sfilata di Harrati, che ha presentato le collezioni autunno – inverno e primavera -estate 2025, si è rivelata un viaggio attraverso diverse culture e sensibilità. Ogni capo è un pezzo unico che unisce passato e futuro. Colori, forme e materiali si fondono per creare una moda senza confini, né estetici né geografici, in cui ogni donna può esprimere la sua unicità.
In passerella le modelle provenienti da tutto il mondo hanno indossato abiti e capi beachwear in sete leggerissime, dove a predominare sono stati i colori dell’oro e il sabbia del deserto, nuance che rappresentano la cultura di provenienza della stilista. “Queen of the Castle”, però, non è stata solo una sfilata, ma un happening nato per sensibilizzare il pubblico sulla violenza di genere, tema particolarmente caro a Hnia Harrati. In passerella, a chiudere la sfilata, è salita assieme alla stilista una modella d’eccezione: una donna vittima di violenza di genere ospite presso una struttura gestita dall’Associazione “Telefono Donna”.
“Queen of the Castle” ha ospitato anche due momenti culturali moderati dalla giornalista Francesca Caon.
Al primo talk, “La moda che unisce – Multiculturalità ed integrazione”, hanno partecipato Mohamd Lakhal, Console Generale del Regno del Marocco a Milano, Manal Abdeldayem, Console Generale d’Egitto a Milano, Claudia Colla, capo rappresentanza Commissione Europea a Milano, Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo Economico e alle Politiche del Lavoro, Commercio, Moda e design del Comune di Milano, Emmanuel Conte, Assessore al Bilancio e al Patrimonio del Comune di Milano e Kamel Ghribi, filantropo e Presidente di GKSD Investment Holding Group, nonché dell’IRCCS Policlinico San Donato.
All’altro talk dal titolo “Il coraggio di rialzarsi – Empowerment femminile e lotta alla violenza di genere”, sono intervenuti Elena Lattuada, delegata del Sindaco di Milano alle Pari opportunità, Chiara Ceretti, presidente dell’Associazione “Spazio 3R Riciclo Ricucio Riuso Impresa Sociale”, Stefania Bartoccetti, presidente e fondatrice di “Telefono Donna” e Noura Amzil, presidente dell’Associazione italo marocchina “I Ponti A.P.S.”