Nel suggestivo territorio di Bolgheri, una delle gemme vitivinicole italiane, Le Macchiole si distingue come cantina pionieristica e radicata nel rispetto della terra.
Guidata da Cinzia Merli, questa realtà incarna innovazione, sostenibilità e una visione unica della produzione vinicola.
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In questa intervista, Cinzia Merli ci accompagna in un viaggio attraverso i valori, le sfide e le ambizioni che definiscono Le Macchiole, raccontandoci il profondo legame con Bolgheri, l’approccio distintivo alla vinificazione e il desiderio di trasmettere, attraverso ogni calice, l’essenza di questo straordinario angolo di Toscana.
Intervista a Cinzia Merli, titolare di cantina Le Macchiole
Bolgheri è un’area rinomata per la produzione di vini di alta qualità. Qual è il legame speciale tra Le Macchiole e questo territorio? Bolgheri è tra i più importanti territori vitivinicoli italiani anche se non ha la profondità storica degli altri come, per esempio, Chianti Classico o Brunello di Montalcino tanto per restare in Toscana. Una sorta di ultimo figlio di una numerosa famiglia. Il nostro legame con Bolgheri è quello che si crea tra le persone e la terra natia. Noi ci siamo nati e ci viviamo quindi è un rapporto viscerale e profondo. Lo amiamo così tanto da poterlo talvolta maledire. Rapporto chiaramente inscindibile e presente in tutta nostra storia e in tutti i nostri gesti quotidiani.
Le Macchiole è conosciuta per la sua filosofia innovativa. Come descriverebbe il vostro approccio alla produzione vinicola? Mi riallaccio alla risposta precedente dicendo che la mancanza di storia viticola ci ha lasciato “liberi” di prendere strade diverse dal classico binomio, a dire il vero molto vincente in Italia, Territorio/Vitigno tradizionale. Abbiamo potuto sperimentare cose diverse rispetto ad altri luoghi del vino. Abbiamo scelto in maniera laica quali uve coltivare e come produrre vino. Questo è stato un vantaggio, soprattutto inquadrando il momento storico, e mi riferisco a quando i vini di Bolgheri hanno iniziato il loro percorso. E noi ci siamo sbizzarriti a percorrere questa strada. Il nostro approccio è cucito intorno al concetto di unicità e cioè cerchiamo di fare vini non replicabili altrove sfruttando le caratteristiche del nostro territorio.
Cosa distingue Le Macchiole dalle altre aziende vinicole della zona e quali valori guidano la vostra produzione? Noi probabilmente ci siamo differenziati dal resto della produzione bolgherese per aver scelto, fin quasi da subito, di produrre vini monovarietali mentre il resto dei produttori si concentrava maggiormente su vini ottenuti da blend di diverse uve. Tutt’ora, infatti, i nostri vini, tranne uno, sono prodotti con singoli vitigni e precisamente: Paleo da sole uve Cabernet Franc, Scrio da sole uve Syrah e Messorio da sole uve Merlot.
Quanto è importante per voi il concetto di sostenibilità e quali pratiche adottate per preservare l’ambiente? La sostenibilità (parola abusata ma non priva di significato) non è una scelta è ormai una guida per tutte le decisioni aziendali e lo sarà sempre di più. Noi facciamo agricoltura e non possiamo non avere il rispetto della natura come obiettivo. Le pratiche che adottiamo per cercare di impattare meno possibile sull’ambiente (ogni azione umana incide in qualche misura sulla natura, non esiste un’azienda asettica da questo punto di vista) spaziano in tutti i settori aziendali:
- nella gestione dei vigneti adottiamo pratiche biologiche e alcune della biodinamica con l’intento di preservare la vita dei terreni delle nostre vigne.
- Abbiamo creato corridoi di piante della macchia mediterranea e di alberi da frutto tra le vigne per ricreare biodiversità.
- Nel confezionamento abbiamo eliminato le cassette di legno ormai già da molti anni e usiamo soltanto cartone riciclato.
- In tutta l’azienda abbiamo quasi del tutto eliminato l’uso della plastica.
- Abbiamo impianti di pannelli solari per produrre energia.
- Abbiamo vasche di raccolta di acque piovane da usare per annaffiare i nostri giardini.
- Dal prossimo anno, utilizzeremo, per i nostri vini, bottiglie di peso molto inferiore a quelle fin ora usate. Questo impatterà sia sul minore utilizzo di materie prime (meno vetro) che sul peso durante il trasporto diminuendo le emissioni di CO2.
Tante attenzioni e tanti modi di agire che hanno lo stesso fine.
C’è un vino in particolare che considera l’emblema di Le Macchiole e del territorio di Bolgheri? Emblema di Bolgheri mi sembra esagerato, sono altri i vini emblema di questo territorio. Forse il vino che ci rappresenta di più è Paleo. È stato il primo vino della zona prodotto con solo uve Cabernet Franc. Ci identifichiamo tanto in lui per il suo modo elegante di piacere, senza troppi orpelli. Diretto, schietto e senza compromessi. A dire il vero anche i nostri clienti ci identificano molto in Paleo e questo ci piace molto.
Qual è stata la sfida più grande che avete affrontato negli ultimi anni e come ha influenzato la vostra visione aziendale? È fin troppo scontato dire che la sfida più complicata è stata ed è il cambiamento climatico: incremento delle temperature medie annuali, scomparsa del freddo anche nei mesi invernali, piogge abbondanti concentrate in un periodo molto ristretto dell’anno, ecc. ecc. Secondo noi esiste e influenzerà moltissimo tutte le produzioni agricole non solo la coltivazione dell’uva. Noi per ora, con un enorme lavoro soprattutto in vigna, stiamo provando a salvaguardare le produzioni per ottenere vini comunque equilibrati. Ma il futuro è veramente incerto.
Il mondo del vino è in continua evoluzione. Come vi adattate ai nuovi trend pur mantenendo la vostra identità? Con i nostri collaboratori ci confrontiamo continuamente sui cambiamenti in atto in merito ai gusti dei consumatori di tutto il mondo. Si, li registriamo e cerchiamo di gestirli al meglio ma sempre tenendo presente quello che è lo stile che abbiamo in mente di portare avanti. Quindi, aggiustamenti sì, ma all’interno di una visione ben precisa e condivisa. Esempio è la nostra ricerca, negli ultimi anni, di produrre vini più eleganti eliminando gli eccessi di struttura tipici della fine degli anni 90. Naturalmente è da tener presente che la vitienologia è un settore molto poco elastico: non è in grado di reagire immediatamente ai cambiamenti. Ci vogliono anni, molti, per modificare, anche di poco, lo stile di un vino o una visione produttiva. Ma questo è probabilmente il vero fascino di questo lavoro: ponderare bene le scelte, perché il margine di errore è molto stretto, anzi, nullo.
Come descriverebbe l’esperienza che i vostri clienti vivono con un vino Le Macchiole? Questo lo dovreste chiedere ai nostri clienti. Io posso solo dire che mi piacerebbe dare, a chi beve i nostri vini, la sensazione di essere in un luogo ben preciso, fatto di quei profumi e di quelle atmosfere. Naturalmente il luogo è Bolgheri.
Cosa vede nel futuro di Le Macchiole e quali sono i prossimi obiettivi che vi siete posti? Il nostro obiettivo per il futuro è quello di continuare a impegnarci nella ricerca della migliore qualità possibile. Questo vuol dire lavorare ogni giorno con grande passione e precisione in ogni settore aziendale aggiungendo ogni volta un piccolo pezzo del puzzle che ci rappresenta.
Che consiglio darebbe a chi vuole avvicinarsi al mondo dei vini pregiati e scoprire Bolgheri attraverso Le Macchiole? Sinceramente il modo migliore è venirci a trovare in azienda. In questo modo potrete vedere quello che facciamo, dove lo facciamo e come lo facciamo. Avrete l’opportunità di assaggiare i nostri vini, di guardarci in faccia e decidere se vi piacciamo oppure no.