Lisa-Katrina Mayer è un’artista poliedrica e appassionata, che ha conquistato pubblico e critica con il suo talento straordinario.

Dal suo percorso formativo presso la prestigiosa Zürcher Hochschule der Künste, dove ha gettato le basi della sua carriera, fino ai successi internazionali sul palco e sul grande schermo, Lisa-Katrina ha dimostrato di essere una forza creativa inarrestabile.

In questa intervista esclusiva, ci racconta le sue esperienze più significative, le sfide affrontate nel mondo del teatro e del cinema, e i progetti che hanno segnato la sua evoluzione artistica.

Scopriamo insieme il viaggio di un’attrice che non smette mai di reinventarsi, affrontando con passione e determinazione ogni nuova avventura.

Intervista a Lisa-Katrina Mayer

Puoi raccontarci qualcosa della tua formazione presso la Zürcher Hochschule der Künste e di come abbia influenzato la tua carriera? Il periodo trascorso alla scuola di recitazione è stato straordinario, intenso e indimenticabile, con tutte le sue sfumature. Spesso paragono gli studi di recitazione a una “seconda pubertà”. Si impara a conoscersi profondamente su molteplici livelli, a entrare in contatto con se stessi, sviluppando strumenti pratici e aprendosi a spazi emotivi e mentali in cui non si era mai osato entrare prima. La ZHdK per me è stata un terreno di sperimentazione, uno spazio protetto in cui potevo crescere e sviluppare la mia identità artistica, oltre che un trampolino di lancio per la professione. Sono stata praticamente “scoperta” durante una produzione semestrale. All’epoca recitavo in Der Belagerungszustand di Camus e, pochi giorni dopo la prima, ho ricevuto una telefonata in cui mi chiedevano se fossi interessata a sostituire una collega malata al Schauspielhaus di Zurigo. La prima sarebbe stata una settimana dopo e il teatro aveva già parlato con la direzione dei miei studi: se volevo il ruolo, era mio! Un sogno che si realizzava: ho accettato senza pensarci troppo. Quella stessa sera ho iniziato le prove, e dopo una settimana frenetica abbiamo portato in scena la prima. Da lì, sono entrata a far parte di questo straordinario ensemble, che è diventato la mia casa artistica per gli anni successivi. Credo di essere stata semplicemente molto preparata quando la fortuna mi ha aperto una porta – e l’ho attraversata.

Lisa Katrina Mayer ©Joachim Gern
Lisa Katrina Mayer | ph: Joachim Gern

Quali sono state le esperienze più significative durante il tuo periodo allo Schauspielhaus di Zurigo? Sono arrivata al Schauspielhaus Zurigo come principiante, completamente inesperta, e Barbara Frey, l’allora direttrice artistica, insieme al suo team, mi ha subito dato molta fiducia, affidandomi ruoli importanti da protagonista. Quando, da giovane appena uscita dalla scuola di recitazione, entri in un teatro così prestigioso, inizialmente non hai idea di come funzioni davvero questa professione – nessuno te lo insegna a scuola. Ti trovi a immergerti nell’ignoto, a recitare accanto ai tuoi idoli su un grande palcoscenico, e devi essere all’altezza! Questo mestiere è il più bello del mondo e credo profondamente nella forza del teatro, ma è anche spietato e durissimo. Sono stata quasi sette anni in quel teatro e le esperienze che ho vissuto lì sono come perle infilate nella collana della mia identità di attrice. Ciò che rimane – in questa forma d’arte così effimera – sono i legami umani: incontri significativi con registi e artisti, che ancora oggi mi accompagnano; colleghi diventati amici stretti; il rapporto con il pubblico, che ci ha sempre sostenuto. In quei sette anni ho condiviso la mia vita con tutte queste persone e ho gettato le basi della mia identità artistica.

Hai lavorato con registi famosi come Herbert Fritsch e Kornél Mundruczó. Qual è stato l’episodio più significativo di queste collaborazioni? Herbert e Kornél sono registi molto diversi sia per approccio lavorativo che per estetica artistica, e con entrambi ho affrontato grandi sfide. Con Herbert ho realizzato 5 o 6 spettacoli e, man mano che ci si conosce meglio, si sviluppa un linguaggio comune. Amo lavorare con lui perché richiede di lanciarsi sul palco con tutto il corpo e l’anima, con grande gioia di recitare. Per la sua regia di Der schwarze Hecht, ad esempio, ho imparato a fare acrobazie al trapezio; per Totart Tatort, ho costruito un monologo assemblando frasi banali tratte da vari copioni di serie poliziesche televisive, e Herbert ha trasformato tutto in una scena di interrogatorio assurda e divertentissima. Con Kornél Mundruczó, invece, ho imparato l’ucraino per interpretare Elena, la protagonista di Hotel Lucky Hole, ambientato in un contesto iperrealistico. Passare dal dramma di Kornél alla commedia stravagante di Herbert, a volte nella stessa giornata, è stata una grande lezione per me come giovane attrice.

Lisa Katrina Mayer | Ph: Alice Ionescu
Lisa Katrina Mayer | Ph: Alice Ionescu

Recentemente hai recitato nel film The Vagabonds, presentato al Festival di Cannes. Puoi raccontarci qualcosa su questo progetto e sul tuo ruolo? In The Vagabonds della regista bulgara Doroteya Droumeva interpreto Jana, la migliore amica della protagonista, una donna che sfida le convenzioni sociali con le sue relazioni con uomini più giovani. Ho subito amato l’idea del film. Nella nostra società, se un uomo ha una relazione con una donna di 20 o 30 anni più giovane, è socialmente accettato; per una donna, invece, prevalgono stigmi e pregiudizi. Il film affronta proprio questi tabù. Arrivare fino a Cannes è stato incredibile! Era il mio primo tappeto rosso internazionale e l’intero festival è stato un’esperienza magica e intensa.

Vivi a Berlino e lavori come attrice freelance. Quali sono i tuoi progetti più entusiasmanti al momento? Recentemente ho debuttato al Schauspiel Köln in La gatta sul tetto che scotta, uno dei miei ruoli da sogno, diretto da Bastian Kraft. Attualmente recito anche ai Münchner Kammerspiele, in opere come Im Menschen muss alles herrlich sein, un’epopea familiare sulla Perestrojka diretta da Jan Bosse. Parallelamente, sto lavorando a vari film: ho appena girato Tod meiner Jugend di Timo Jacobs e Being Renée Sintenis, in cui interpreto la scultrice berlinese della Repubblica di Weimar. Inoltre, ho in programma nuove collaborazioni al Schauspiel Köln e un progetto con il regista norvegese Morten Traavik, ma per ora non posso rivelare dettagli.

Lisa Katrina Mayer | ph: Joachim Gern
Lisa Katrina Mayer | ph: Joachim Gern

Hai anche lavorato come regista, ad esempio con Café Populaire al Landestheater Linz. Come concilî recitazione e regia nella tua carriera? Sono arrivata alla regia quasi per caso. Mi hanno chiesto di dirigere e ho accettato con entusiasmo. È stata un’esperienza preziosa, che mi ha insegnato molto, ma il mio cuore batte ancora principalmente per la recitazione. Per ora, preferisco concentrarmi su questo, lasciando aperta la porta alla regia per il futuro.

Intervista a cura di Raffaella Iten Metzger, founder del brand di accessori e borse De Marquet