Fabrizio Ottaviano, CEO di Filologiko, racconta la storia e l’evoluzione del brand Capobianco, un esempio di eccellenza italiana che combina artigianalità, comfort e visione imprenditoriale.

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In questa intervista esclusiva, scopriamo come il marchio sia passato da un prodotto iconico a un total look, affermandosi con successo nei mercati internazionali e puntando su innovazione, crescita digitale e strategie di espansione.

Intervista a Fabrizio Ottaviano, titolare e CEO di Filologiko (Capobianco)

Fabrizio Ottaviano titolare e CEO Filologiko
Fabrizio Ottaviano, titolare e CEO Filologiko

Come nasce il brand? Il brand nasce 20 anni fa con una rivisitazione in chiave jersey, quindi con tessuti a maglia, dell’allora valstarino, il blouson in pelle scamosciata. Ai tempi era un marchio monoprodotto, ma 10 anni, con la Filologiko, abbiamo acquisito il brand e abbiamo cercato di investire nel total look. Siamo partiti da qui e abbiamo mantenuto il DNA del prodotto, chic e confortevole, con tessuti a maglia che sono rimasti l’elemento dominante delle collezioni. Oggi arriviamo a presentare 2 collezioni da circa 110 capi, distribuiti in circa 12 paesi. Siamo a 5 milioni e mezzo di fatturato al momento, un’ottima redditività per un’azienda giovane. Attualmente abbiamo anche rivisitato la nostra filiera produttiva, internalizzando una parte della produzione terziarizzata, annettendo uno dei principali laboratori nella nostra sede di Zanica.

10 anni fa cosa ha visto Filologiko in questo brand, tanto da decidere di acquisirlo? Ci sono arrivato casualmente a dire la verità, perché come consulente di un’azienda stavo analizzando i brand competitor e ho trovato questa realtà che aveva una fortissima identità e una grande riconoscibilità del brand, con ottime potenzialità, ma una situazione economica disastrosa, derivante dal fatto che erano ancorati alla produzione per conto terzi. Inizialmente ho pensato di fare un’operazione congiunta con l’altro marchio, poi invece ho scelto di entrare per conto mio, rilevando un ramo aziendale, rilanciandolo e portandolo a un vero total look annettendo anche il brand Roberto Ricetti. Tutto questo oggi è la Filologiko.

Perché il nome Filologiko? Filologiko perché è un filo conduttore di un progetto che doveva portare ad annettere più realtà e più marchi nello stesso cappello societario.

Quali sono i mercati più importanti? Oggi siamo presenti in Nord America, siamo nei CSI, Benelux, Scandinavia, Germania, Italia.

A quanti brand servirebbe un profilo come il tuo in azienda? Io non sono un creativo. Ognuno ha le proprie caratteristiche, io sono più capace nella gestione, per questo trovo che una figura del genere sia utile da affiancare ai creativi che dirigono le proprie aziende. Noi siamo un’azienda ancora start-up, ma il fatturato è ottimo.

Le vendite online come procedono? Le vendite online stanno crescendo e il sito è in miglioramento. Sono certo che potremo fare oltre i centomila euro che stiamo fatturando adesso.

State pensando ad altre acquisizioni? L’idea, oltre a Roberto Ricetti, sarebbe quella di acquisire qualcosa di complementare. Non è però facile aggregare piccoli imprenditori. Ci stiamo lavorando, guarderemo magari al mondo degli accessori.