Fondatore e CEO del brand Antony Morato, Lello Caldarelli racconta la filosofia che guida ogni progetto del marchio: creare connessioni autentiche, offrire opportunità concrete ai giovani talenti e trasformare la moda in un linguaggio vivo, capace di fondersi con musica, arte e viaggio.

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In questa intervista ci parla della collaborazione con Nic Fanciulli, della visione dedicata alla Gen Z e del coraggio che serve per emergere nel mondo creativo.

Qual è il significato più profondo di questo progetto per lei? Mi considero una persona fortunata. Nella mia vita ho avuto l’opportunità di raggiungere alcuni obiettivi grazie a delle chance che mi sono state o;erte. Il senso più autentico di questo progetto, per me, è proprio questo: trovare un giovane talento e o;rirgli un’occasione concreta. È qualcosa che spesso diamo per scontato, ma in realtà non è a;atto semplice.

Perché la scelta è ricaduta su Nic Fanciulli come ambassador? Nic è davvero una leggenda e con una credibilità enorme nel mondo della musica. Ha costruito ottimi rapporti, ha uno stile musicale unico e, soprattutto, ha saputo evolversi attraversando decenni di cambiamenti senza mai perdere rilevanza. È un punto di riferimento per chi vuole fare questo mestiere, e la persona ideale per guidare e ispirare i giovani talenti.

NIC FANCIULLI

Moda e musica sono sempre più intrecciate. La Gen Z, secondo lei, vuole vivere il brand solo attraverso il prodotto o anche attraverso esperienze come questa? Oggi un brand va oltre il mero prodotto. Le persone non si accontentano di possedere qualcosa, vogliono essere parte di un progetto, per questo è fondamentale ampliare il racconto, lo storytelling. Un capo d’abbigliamento oggi è solo una parte dell’esperienza: tutto ciò che ruota intorno al brand deve rifletterne i valori e creare connessioni emotive. Nel nostro caso, arte contemporanea, musica e viaggio fanno parte del nostro DNA e sono sempre presenti in quello che raccontiamo.

Quale consiglio darebbe a un giovane creativo che si aJaccia al mondo della moda o della musica? Di prendersi tanti rischi. Da giovani si ha il tempo per sbagliare, per rialzarsi e imparare. Ed è proprio dagli errori che si cresce davvero. Buttatevi, osate. È così che si costruisce un percorso solido e personale.