Già solo l’elenco dei campioni attesi in questo memorabile martedì 18 giugno 2019 aveva lasciato incredulo più di un appassionato. Eppure la locandina parlava chiaro: Francesco Moser, Gianni Motta, Beppe Saronni e il super gregario di Moser, Simone Fraccaro insieme a Nicola Miceli, avrebbero pedalato insieme a chiunque avesse avuto due ruote e la voglia di farsi una sgambata nel Velodromo Parco Nord.
Ma come… Saronni insieme a Moser? Più di una voce incredula si era sollevata sentendo i due nomi. Sì perché tutti gli appassionati sanno che, come Max Biaggi e Valentino Rossi, Niki Lauda e James Hunt, Bjorn Borg e John McEnroe o Coppi e Bartali, tanto per rimanere in tema di ciclismo, i due non si potevano tanto vedere…
Grande curiosità generale, quindi, per vedere con i propri occhi se le promesse sarebbero state mantenute.
Così, ecco che un pomeriggio qualsiasi, più caldo del solito, trasforma il Velodromo Parco Nord, gestito dai volontari dell’associazione sportiva Datecipista, nel crogiolo dei desideri esauditi. “È da quando sono ragazzino e giocavo con le biglie in spiaggia che sognavo di pedalare con Moser… e con Motta!“, confessa Marco aka “Muazi”, il nostro rider-shaolin. Con la sua elegantissima maglia camouflage è pronto a combattere per un selfie.
Dunque ci siamo fatti tutti belli. C’è chi ha sfoderato le maglie vintage indossate ai tempi dal proprio beniamino e chi, come Luca Salvadeo di Bike Channel, ha indossato la sua divisa di quando correva, confermando una forma perfetta. E noi volontari di Datecipista? Per l’occasione abbiamo sfoggiato la nostra nuova divisa, prodotta niente meno che da uno dei protagonisti della giornata: Simone Fraccaro. È infatti con la sua GSG che abbiamo realizzato anche il mio di sogno… quello di avere una divisa finalmente moderna e performante.
Ma classe (e stile) a parte, ecco la cronaca del rutilante pomeriggio.
Naturalmente un po’ trafelata (difficile sfuggire alle grinfie del lavoro) scorgo all’arrivo un bell’assembramento di gente davanti all’ingresso del velodromo. Non manca un’ambulanza. Perbacco, mi dico, che organizzazione. Persino l’ambulanza di sicurezza. Ma allora è proprio vero che quando si è in stato di grazia si vede tutto rosa…
“Eh… son caduti in tre!” mi dicono appena il piede scende dal pedale. Oddìo sarà mica caduto un Saronni… un Motta…
“No, no, solo appassionati. Una bella grattata! Si volevano fare belli davanti a Saronni… daje, daje e sbam!“.
Allora Saronni c’è! “È appena andato via“, mi dice Francesco, uno dei volontari sempre presenti. “Ma come… senza incrociarsi con Moser?” Già. Beppe è arrivato prestissimo, proprio all’apertura delle ore 15.00. E già era noto che Moser ci avrebbe raggiunti dalle 16.00 circa. Che le vecchie ruggini non siano ancora del tutto sopite?
Chissà… ma bando alle chiacchiere… siamo tutti qui a pedalare, non certo a fare congetture sulle (sane) rivalità fra campioni.
C’è un gruppo che va a 40 km/h. “Entra Laura!” mi grida Alfredo Zini, consigliere della FCI Lombardia. E come dire di no? Un’accelerata e via. Con i muscoli ancora un po’ freddini, nonostante il caldo, inizio subito a girare in velocità. Naturalmente in questo tipo di situazioni si fa una faticaccia boia: zero ritmo, i mille saluti che levano il fiato, le continue accelerate per farsi belli… roba da sfiancarsi in 5 minuti. Ma vuoi mettere salutare Gianni Motta già sudata come se avessi corso una tappa da sua gregaria? Con Gianni, insieme a Mario Bodei, si era fatta una bella mangiata in trattoria, in fuga dal buffet della presentazione della Colnago C64. Si ricorda perfettamente di me, che gioia!
Cerco di affiancarmi a lui per studiarne la pedalata, ma le nostre strade si dividono subito. Lui su nella variante, io giù nell’anello veloce. Sliding doors.
Nel frattempo c’è fibrillazione all’ingresso. “Ecco Moser!“. L’entrata in scena del campione è sempre uno spettacolo. Non c’è passo in cui non venga fermato per un selfie, un autografo, una stretta di mano o una fraterna pacca sulla spalla. Moser ha proprio questo di bello: è disponibile a farsi amare. È amico di tutti, la sua joie de vivre attira la gente come una calamita.
Calamita che in pista produce subito un bel treno da prendere al volo. In testa c’è Claudio, che con la sua Cannondale a pedalata assistita è il nostro “stayer” ecosostenibile. Moser si ricorda di lui e da bravo pistard gli chiede di tirare il gruppo. Che bello stare in scia di Moser! Mentre giro in velodromo penso anch’io alle mie biglie sulla sabbia e sì, mi ricordo che tutti i bambini volevano quella in cui c’era lui. Non è cambiato niente. E tra me e me penso: ma chi lo avrebbe mai immaginato? In poco più di due anni in cui pedalo quasi sul serio sono qui in velodromo che riesco a stare a ruota del campione che ha vinto da professionista più di tutti. Incredibile.
“La torta! Ecco la torta!” Bella fresca da Cinisello è arrivata la sorpresa per Francesco Moser. Sì perché l’indomani sarebbe stato il suo compleanno e allora… fermi tutti, si brinda! Naturalmente con il vino prodotto da Moser nel suo Trentino.
Giusto giusto per un brindisi arriva anche Riccardo Magrini, “il Magro”. Ha chiuso appena in tempo la telecronaca del Giro della Svizzera su Eurosport. Baci e abbracci. Ma non di circostanza. Si percepisce tutto il calore che c’è tra vecchi amici che ne hanno passate tante insieme.
Il ciclismo è questo. Ci sono e ci saranno sempre antagonismi, rivalità agonistiche, sfide a denti stretti, ma poi c’è la stima, l’amicizia, la gioia di ritrovarsi e di sentire di nuovo insieme quel brivido entusiasmante che solo i ricordi più epici possono suscitare. E per “epico” intendo ciò che si è vissuto con intensa emozione. Un sentimento alla portata di ciascun praticante. Dal campione, al gregario, fino all’amatore c’è nel ciclismo quest’idea epica e nobile che rende tutti, ma proprio tutti, parte di una grande, unica squadra.
Buon compleanno Moser!