Brevi ed interessanti spunti di riflessione sul poeta, scrittore, drammaturgo, giornalista e anche vero… geniale… scavezzacollo.
Ma non solo. Perché Gabriele D’Annunzio (1863-1938) i tempi – su ciò che oggi vediamo (e viviamo) nella quotidianità – li ha forse anticipati.
Qualche esempio? Partiamo da quello – senz’altro più futile – di aver creato probabilmente una delle prime fake news – termine molto utilizzato oggi – quando per pubblicizzare ancora meglio la sua raccolta di poesie (la sua prima opera) Primo vere, fece diffondere la falsa notizia della propria morte per una caduta da cavallo… rumors – si direbbe oggi – che lo fecero diventare anche personaggio molto discusso.
Un suo approccio avanguardistico con i media quindi e tutto nel culto dell’immagine per passione e per promuovere il bello, la vita e la sua arte… un po’ alla maniera – nel caso di D’Annunzio ingigantita all’ennesima potenza-eleganza – degli influencers di oggi… paragone utile solo per sottolineare ciò che – creato poi dalla tecnologia – aveva già le sue basi nell’800.
Il D’Annunzio soprannominato il Vate, il D’Annunzio fuori dai canoni standard del quieto vivere, il D’Annunzio del bellissimo romanzo Il piacere dove nelle pagine il protagonista Andrea Sperelli che vive il suo amore tra Elena Muti, conosciuta ad una festa mondana e Maria Ferres, si lascia andare – in ambienti aristocratici – a dissoluti incontri amorosi.
Le vicende umane poi che spesso sono fatte di corsi e ricorsi riprendono epoca dopo epoca il concetto di gossip (parola molto presente ancora oggi tra stampa, web e televisione), che si adatta e si evolve coi tempi ma che molto probabilmente, coinvolse anche quest’uomo che nella vita ebbe: una relazione con l’attrice Eleonora Duse, un’esistenza decisamente movimentata, un temperamento sanguigno.
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Ma non solo perché fu anche un grande amante delle donne, libertino e disinvolto nel contrarre debiti… insomma un vero e proprio personaggio in prima linea per visibilità. Il decadentismo di D’Annunzio e l’eleganza dannunziana, in uno speciale link con lo stile e – perché no – forse anche un primo inizio dello chic Made in Italy. Un costosissimo guardaroba il suo tra giacche: dal doppiopetto, al gessato fino allo smoking ma anche le divise da ufficiale… abiti commissionati presso le più importanti sartorie dell’epoca.
Un legame con la moda – quello dello scrittore – raccontato anche nel bellissimo libro di Giordano Bruno Guerri, con le fotografie di Lorenzo Capellini: D’Annunzio e il piacere della moda (Rubbettino Editore).
Che affascinante la vita di questo intellettuale che univa cervello e ossessione estetica, capolavori da studiare a scuola e gusto fashionista – nel suo percorso di vita fece anche il reporter di costume… ovvero un po’ il redattore di moda di oggi – riassumendo forse questo suo modo di vedere la vita nella sua frase: “L’educazione estetica del mio spirito mi trascina irresistibilmente al desiderio e all’acquisto di cose belle”.
Fonte foto: copertina libro “D’Annunzio e il piacere della moda” di Giordano Bruno Guerri con le fotografie di Lorenzo Capellini