Ne hanno parlato tutti, radio, televisioni e giornali… il mega cartellone pubblicitario firmato Silvian Heach, che vede esibire, senza pudore, il lato B di una modella, ha destato non poche chiacchiere. C’è chi l’apprezza minimizzando (con gli occhi fissi e il naso all’insù), chi sostiene che sia un po’ troppo eccessiva (sempre con gli occhi fissi e il naso all’insù), chi non ci da peso essendo “abituato a vedere certe oscenità anche in tv” (ma una sbirciatina con tanto di sorrisino malizioso non la risparmia). E fu così che a Milano si scatenò il putiferio! Maestre e mamme in rivolta e l’assessore al Decoro Urbano di Milano minaccia la censura.
L’argomento sul piatto (servito caldo) riaccende il dibattito sulla mercificazione del corpo della donna, sulla sua immagine e sul suo valore. L’abilità di Mr. Terry Richardson – il fotografo – non si discute, la bellezza della modella e la location scelta – Central Park – nemmeno, ma l’eccessiva esuberanza con la quale viene mostrato l’abito della new collection Silvian Heach sì. La trovata provocatoria del brand accende i riflettori sul corpo della modella e non sull’abito in sè, ma, ne siamo certi, le donne che scelgono di vestire questo o quel marchio lo fanno per sentirsi femminili e non hanno bisogno di mostrare più del dovuto. E.M.