Abbiamo incontrato (virtualmente) Vanessa Caputo che ci ha raccontato il suo nuovo progetto: TI RACCONTO UN PROFUMO.
Si fa presto a dire, raccontami un profumo, ma come si fa raccontare a parole un profumo? Come si comunica una fragranza?
Ecco l’intervista a Vanessa Caputo di Beauty Scenario
Come ti sei avvicinata al mondo beauty? E’ stata tutta colpa di un naso: Antoine Lie. Lavoravo nella moda ma ero stanca, non mi appassionava più quello che facevo. Volevo osare di più, rompere gli schemi, ma tutto era diventato ripetitivo. Per fare la giornalista di moda avevo lasciato un lavoro a tempo indeterminato in un’azienda italiana importantissima. Con una laurea in ingegneria gestionale avrei potuto fare di tutto, e guadagnare molto di più, ma volevo darmi la possibilità di inseguire un sogno, una passione. Antoine Lie è capitato sulla mia strada al momento giusto. Era una doppia intervista per il lancio della fragranza di una maison di moda. Avevo preparato un questionario olfattivo, identico per entrambi, un “Questionario di Proust”. Man mano che il naso rispondeva alle domande mi trasportava nel suo mondo fantastico, ricco di suggestioni, e parlava del suo lavoro con un tale entusiasmo che mi colpì. Di contro il designer sembrava annoiato, era palese che non vedeva l’ora che tutto finisse. Quando gli chiesi: “Se questo profumo fosse un capo d’abbigliamento quale sarebbe?”. Lui con, un’aria sempre più tediata, rispose “un abito”!! E io pensai, che la parola abito vuol dire tutto e niente. Antoine Lie alla stessa domanda mi aveva risposto un “cappotto in lattex verde”. Me ne andai turbata e sempre più convinta che un periodo della mia vita stava finendo. Qualcosa si era rotto già mesi prima, non avvertivo più passione per quello che facevo, in più anche dal punto di vista economico gli sforzi e l’impegno non erano ripagati adeguatamente. La nascita di mio figlio un anno dopo mi diede la spinta definitiva per mollare tutto, perché quando ti nasce un figlio è come se ti si aprisse un terzo occhio, vedi la tua vita in una prospettiva diversa.
Perché proprio i profumi? C’è qualche motivo che arriva da lontano? Semplicemente perché ho trovato nei nasi i giusti interlocutori. Sono degli artisti e non hanno nessun preconcetto, con loro puoi parlare di tutto. Non sono ossessionati dalla loro ultima creazione e se gli spieghi cosa hai in mente di fare ti seguono sempre. Parlo sia di giovani nasi ma anche profumieri affermati, quelli che hanno fatto la fortuna di tanti brand. Mi sono appassionata a sentirli parlare del loro lavoro e di come, mixando diversi ingredienti, riescono a riprodurre in note olfattive un emozione, un ricordo, un luogo è davvero affascinante.
Parlaci del tuo progetto “Ti Racconto Un Profumo”? Com’è nato? E’ nato dal desiderio di comunicare il profumo in modo diverso. Del profumo si parla poco, e sempre nello stesso modo. La comunicazione sembra cristallizzata. Quello che fanno i creativi generalmente è prendere una testimonial famosa e metterle in mano un profumo. Questo tipo di comunicazione a mio parere è obsoleta perché il pubblico è cambiato e cambierà sempre di più. Da tempo volevo parlare del profumo in modo pop, accattivante, che facesse leva sulle emozioni. Con un linguaggio privo di snobismi, tipico di alcuni addetti al settore, e soprattutto non volevo parlare di un profumo come se fosse una ricetta di cucina. Avevo in mente questo progetto da tempo ma ero sempre assorbita da altro, poi ho incontrato il mio partner in crime Andrej Babicky e insieme abbiamo lanciato “Ti Racconto un Profumo”. Ti Racconto un Profumo é uno story telling emozionale di un profumo, ma anche approfondimento con i nasi, recensioni e molto altro ancora.
A chi è rivolto questo progetto? Chi è il target interessato? A tutte le persone che amano i profumi. Che siano appassionati, collezionisti, (ce ne sono tanti), ma anche semplicemente chi vuole cambiare fragranza e cerca un consiglio.
Come si fa a raccontare un profumo a parole? E’ una sfida continua, perché le parole con cui si descrive di solito un profumo sono prese in prestito dagli altri sensi. Ma forse proprio questo é stimolante. Con Andrej ci misuriamo in un campo dove c’è ancora molto da creare. Il più delle volte spruzzo il profumo, chiudo gli occhi, e mi lascio trasportare da quello che mi evoca o da ricordi che emergono.
Oltre ai podcast, stai pensando anche a produrre dei video? Sì. Sto facendo pratica con le stories su Instagram, per me anche questa è stata una sfida, sono timida e molto riservata, ma ho deciso che era arrivata l’ora di metterci la faccia.
Dove possiamo ascoltarti? Il podcast lo trovate su Spotify, Aplle e su Ti Racconto Un Profumo
Qual è il tuo profumo preferito e perché? Sono troppi, con il mio lavoro è impossibile avere un solo profumo preferito, essere fedeli ad una sola fragranza. Posso dirti quello che indosso oggi. E’ un profumo di Mizensir, il brand di fragranze del famoso profumiere Alberto Morillas, si chiama Lovely Alba e profuma di lusso understatement, quando lo indosso mi sento come una dei famosi “swans” cigni di Truman Capote, come Babe Paley o C.Z. Guest.
Quanto è importante un profumo? E quante volte viene sottovalutato? Noi donne siamo abituate ad indossare abiti che non ci donano, o in fin dei conti neanche ci piacciono, solo perchè sono di moda, ma poche indosserebbero un profumo perché è di moda ma di cui non amano l’odore. Il profumo rivela i nostri lati più nascosti della personalità. Louboutin durante il lancio delle sue fragranze raccontò un annedoto. Londra anni ’70, mentre aspettava l’ascensore in albergo di lusso, sentiva un profumo meraviglioso, molto femminile. Si aprirono le porte ed uscì la donna che indossava quella fragranza sera la “Lady di Ferro” Margaret Thatcher.
Il profumo non “indosseresti” mai? Spiegaci anche perché (vogliamo i nomi!) Diciamo che sono una di quelle donne che i fiori preferisce ammirarli nei prati….. Per cui niente fragranze floreali troppo femminili. In particolare poi non riesco a portare i bouquet di fiori bianchi, non mi piacciono, mi fanno venire il mal di testa, e su di me stanno malissimo. Non indosserei mai una fragranza alla tuberosa, non riesco a sopportarne l’odore, che sia Carnal Flower di Frederic Malle o Imitation Woman di Amouage, e ti sto parlando di due brand in cui c’è grande attenzione alla qualità delle materie prime, figuriamoci le tuberose più cheap……
Il profumo a cui è legato il tuo più bel ricordo? Non ho profumi specifici a cui sono legati bei ricordi. Mi piacciono le fragranze alla violetta perché mia nonna indossava la “Violetta di Parma” e mio nonno amava mettere le violette all’occhiello della giacca. L’altra mia nonna poi sui fazzoletti di cotone ricamato, che mi piacevano tanto da bambina, faceva cadere qualche goccia di profumo alla violetta. E’ un odore che mi ricorda l’infanzia e mi rassicura.
Qual è l’evoluzione di “Ti Racconto Un Profumo?” Eventi live? Potrebbe essere, dipende tutto da come evolverà questa fase due e poi la fase tre e poi….
Parliamo di beautyscenario.com: quali saranno i prossimi progetti? Diventare il riferimento per il beauty di nicchia di fascia medio-alta sul mercato italiano. In teoria penso di esserlo già, mi seguono molti addetti al settore, ma non si finisce mai di imparare e questo settore è in continuo fermento.
Obiettivi nei prossimi 5 anni? Tuoi e dei tuoi progetti. Continuare con lo scouting per fiere di settore come Experience Lab, o come ho fatto per il White Show, dove curavo l’area beauty, e non ultimo per le profumerie. Ormai in tanti si stanno rendendo conto che avere in portfolio gli stessi brand che puoi trovare in centinaia di punti vendita, finanche i grosse catene, non è una buona strategia, perché alla lunga vince, a parità di servizio, chi pratica una politica di scontistica selvaggia a scapito dei competitors.
Fonte foto: Beautyscenario.com