E invece oggi niente maratona, niente medaglia, niente trasferte. Oggi corro a Milano. Oggi si corre per un motivo speciale. Oggi corro per e con me stessa. Malgrado il Covid. Senza un motivo particolare o una gara programmata perché il Covid ci ha tolto anche questo.
CORSA E COVID
Niente competizioni, niente assembramenti, nemmeno il puntello della mattina all’alba che visto il buio ed il freddo, era un inventivo per uscire a correre in compagnia, soprattutto ora che sto riprendendo perché dopo lo scoppio della pandemia e dopo i vari decreti legge, avevo mollato il colpo di nuovo. A New York ci penserò l’anno prossimo.
RICOMICIARE A CORRERE
Ricominciare per me è stato un po’ come un ritorno alle origini a quando la corsa era un semplice modo per ricaricarmi, resettare e ripartire. Buttare alle spalle il cattivo, la stanchezza, la fatica della giornata e accogliere il bello attraverso le endorfine. Pianificare l’agenda, le riunioni, avere la folgorazione per nuove idee e i nuovi progetti. Non è facile.
Correre o dormire? Motivazione contro pigrizia: strategie infallibili
Ricominciare da capo con il fiato che non c’è più, le gambe che dolgono, la camminata alla Pinocchio del lunedì mattina anche se sono in smart working. Il magnesio supremo la sera prima di andare a dormire. La sveglia all’alba.
UN NUOVO INIZIO
Un nuovo inizio comunque. Faticoso, ma divertente. Una nuova sfida. Io amo le sfide, mi fanno sentire viva. E ricominciare a correre in tempi di pandemia non è da tutti.
RUNNER UGUALE UNTORE
A marzo in occasione della prima ondata di COVID 19, noi runner siamo stati additati come untori e anche se permesso dal Decreto Legge, mi sono astenuta dall’attività sportiva, complice anche il fatto che la radioterapia mi ha tolto gran parte delle forze, avevo comunque rinunciato anche alla camminata nel quartiere.
Ora sono in perfetta forma per fortuna, e la corsa in solitaria è sempre possibile da Decreto Legge ed io non vedo l’ora perché “Correre un’ora al giorno, e garantirmi così un intervallo di silenzio tutto mio, è indispensabile alla mia salute mentale.” Cito Murakami mio Guru e uno dei miei autori preferiti.
L’ ABBIGLIAMENTO INVERNALE DURANTE IL COVID
Oggi fa freddo, l’inverno alla fine è arrivato, meglio coprirsi bene. Con sta storia dello smart working e del lockdown non si sa più come vestirsi. Dai 16 gradi siamo passati agli 8. Non esistono più le mezze stagioni. Così inizia il rito della vestizione. Maglia termica, maglia della mezza maratona di Londra, giubbino, pantaloni lunghi, paracollo, guanti, cappello e mascherina….
LA MASCHERINA ACCESSORIO MAI PIU’ SENZA
La mascherina, la porto sempre, ormai è diventato un accessorio quasi come gli occhiali. Ah già gli occhiali!
Pesa poco, non ingombra e quando cammino o mi fermo me la infilo sul naso. Li vedo gli sguardi della gente terrorizzata quando mi vede arrivare vestita da corsa, si scansano che neanche fossi un TIR. A volte, quando guardo quelli particolarmente incarogniti che ti puntano da lontano, mi diverto a gridare “uuuhhhh arriva il virussss permessooooo” e poi rido oppure più semplicemente, mi limito a spostarmi.
Una volta una signora col cane quasi finisce nella fontana di Piazza Castello nel tentativo di fuggire dalla mia traettoria. Poco importa se il guinzaglio lungo tre metri quasi mi gambizza all’altezza del ginocchio. Neanche mi sono fermata, ho proseguito per la mia strada.
Se poi incrocio un altro runner, cambio lato. Tra noi spesso basta uno sguardo per capirsi al volo per rispettare le regole.
E meno male che almeno ci hanno dato il permesso di correre. Dopo il tumore, giusto una pandemia mi ci mancava. Io che non vedevo l’ora di ricominciare a viaggiare, di tagliare il traguardo delle gare di mezzo mondo e collezionare medaglie.
Ed invece eccoci qua. E allora di necessità virtù.
LE GARE E IL MODO DI CORRERE SONO CAMBIATI
In tempo di Covid la corsa e le gare diventano virtuali.
Sono parecchie e divertenti le iniziative che sono state inventate e che girano sui canali social.
Per quanto le regole di sicurezza e di distanziamento ci impongono di correre da soli, la corsa rimane fattibile, anzi un modo tutto nuovo capace di unire runners in tutta Italia ma non solo, anche Europa e mondo intero attraverso una comune passione e in alcune occasioni è possibile addirittura farlo per una iniziativa benefica
CORSA IN SOLITARIA
Io che per natura detesto gli ammassamenti e il contatto con persone che non conosco, ho sempre sofferto l’ammassamento che si crea alla partenza delle gare, assorbi tutta l’energia positiva o negativa, e gli odori del pre agonismo e non sempre è una sensazione piacevole, non per me.
Tutto quello spintonare, preoccuparsi di non andare addosso alle persone o di non essere investita da quelli che arrivano come razzi da dietro o peggio ancora essere agganciata da chi, poco pratico cerca di superarti mentre, invece, ti trascina per terra, così come successo alla mia prima e ultima Stramilano poche centinaia di metri dopo la partenza.
Un runner rampante e troppo brillante ha deciso di superarmi con una manovra poco chiara pure a lui, al punto che il suo piede si è incastrato nella mia gamba, trascinandomi per terra modello pelle di leopardo. Lui non so come è rimasto in piedi e dopo uno sguardo fugace è fuggito come una lepre lasciandomi lì sdraiata nel mezzo di Corso Venezia proprio di fronte al mio uffico. Non mi risulta sia arrivato a podio ma forse il mio sorpasso gli avrà fatto guadagnare qualche decina di secondi. Mi viene da pensare che forse nemmeno se ne è accorto.
CORSA VIRTUALE LA NUOVA FRONTIERA DEL RUNNING?
Correre in maniera virtuale o meglio correre in un contesto virtuale alla fine ha i suoi vantaggi e lo trovo bellissimo.
Senza vincoli o pressioni, in totale autonomia. Solo motivazione, un obiettivo e la solita abnegazione al sacrificio. Eh già perché anche se virtuale di una cosa siamo certi, la fatica, la preparazione, lo sforzo fisico e l’impegno di testa, quelli sono più che mai reali nel senso di VERI e tangibili. Stessa cosa i postumi positivi o negativi ci sono. Felicità, dolori articolari e muscolari, fierezza, voglia di rifarlo.
Ad oggi ho partecipato a 3 gare virtuali.
La 10 kilometri della Vitality London Run. Avrei dovuto correrla con gli amici Valeria e Gabriel a Londra, ma dopo averla spostata per un paio di volte gli organizzatori hanno proposto a chi si era iscritto l’opzione di correrla in maniera virtuale e l’ingresso alla gara vera e propria che spero si potrà correre nel 2021. Ed io ho accettato. Col corpo ero a Milano ma con la testa nella mia Inghilterra, tra Londra e le coste della Cornovaglia.
La 5 kilometri di Londra che fa parte di un circuito internazionale chiamato e organizzato da un gruppo tedesco chiamato Virtual Runners e la 5 kilometri di Halloween, stesso circuito, corsa in notturna la notte di Ognissanti. Per ogni gara è necessario l’iscrizione online, dopo la corsa, inviare agli organizzatori il tempo impiegato, la foto del Garmin e facoltativa, un autoscatto, prima dopo o durante la corsa.
La medaglia e la maglia arrivano nell’arco di due, tre settimane.
Per me è divertente, mi interfaccio con gruppi di persone di tutte le parti del mondo che idealmente corrono con me vicini ma lontani. L’evoluzione degli amici di penna, ma più immediato, ma cosa più importante per me ora, la corsa in tranquillità e del sano egoismo.
Nessuno da seguire, nessuno da ascoltare, nessuno a cui rendere conto se rallenti o aumenti il ritmo. Solo io, le mie scarpe, la mia musica e altre migliaia di runners virtuali.
Fonte foto: Fil Mazzarino on Unsplash