Conoscete SbalorDito? Avreste il coraggio di cucinare una PaPera? Le maiuscole non sono a caso ma, andiamo di anglicismi, non voglio spoilerare quello che troverete sulla pagina facebook di Spotsketch.
Scoperto in riva al mare, Spotsketch è la perfetta boccata d’aria che potrà salvarci nei prossimi mesi, quando il problema non sarà lo choc da rientro, effettivamente risolvibile rinunciando alle vacanze, ma gli 11 mesi abbondanti di lavoro che lo circondano e ai quali siamo indissolubilmente legati (vedi alla voce ‘sindrome di Stoccolma’).
Spotsketch è umorismo in pillole, sintesi chimica in purezza di colore, parole e disegni seguendo un’idea, una alla volta, che arriva dritta dritta al cervello e allarga il sorriso. Si ride tanto, ed è bello quando pensare e ridere sono verbi consecutivi. Cosa c’è dietro a tanta efficace semplicità lo abbiamo chiesto all’autore, Davide Magni, che sta per andare in stampa con quello che lui stesso definisce ‘il primo libro da tazza’ e no, non c’entra la colazione.
Come ti è venuto in mente di creare Spotsketch? “I disegni nascono nel lontano 2007. A quel tempo ero titolare di una agenzia creativa con altri tre soci. Ci eravamo appena trasferiti nel nuovo ufficio e il bagno (appena ristrutturato) era completamente ricoperto da piastrelle 10×10 bianco lucido seconda scelta, ma di ottima fattura. Nei momenti di intimo raccoglimento anziché leggere le riviste o giocare con lo smartphone ho iniziato a portarmi il mio pennarello indelebile per disegnare su quel bagno così bianco e sterile. Inizialmente erano vignette riguardanti fatti di vita quotidiana, ma poi mano a mano hanno iniziato a prendere il sopravvento i giochi di parole e così sono arrivato a disegnarne circa 120. Poi litigammo con il proprietario del locale e fummo quindi costretti a trovare un altro posto. Che fare dei disegni? Nessuno si sarebbe meritato un bagno così finemente decorato. La soluzione estrema era quella di cancellare tutte le piastrelle, soltanto dopo averle fotografate una per una. Questo evento, o meglio questa fuga dalle piastrelle è stato il primo pallido tentativo di iniziare il progetto. L’idea era quella di creare una raccolta sotto forma di libro e proporla alle varie case editrici nella speranza che qualcuno potesse darmi retta. Così una volta impacchettato il tutto ho iniziato a scrivere, ma la percentuale delle porte prese in faccia è stata del 100%. Un po’ deluso e un po’ preso dalla vita dell’agenzia ho lasciato tutti quei disegni chiusi nel cassetto per molto e molto tempo. Arriviamo fino al 2016 precisamente a Giugno, i social sono diventati quasi una estensione del nostro cervello, non usciamo di casa senza smartphone o non usciamo di casa senza avere prima visto tutte le notifiche e in questa giungla di post e di erezioni da like ho capito quale errore avevo commesso anni prima. Non avevo un potenziale pubblico a cui proporre i giochi di parole. Aprire una pagina facebook dove postare regolarmente i miei disegni è stata una mossa vincente e nasce quindi a giugno del 2016 “Spotsketch”.”
Millanti una modalità ‘cialtrona’ ma non ci crediamo. Quali competenze/esperienze ci sono dietro a una illustrazione spotsketch? Ci sono autori ai quali ti ispiri o che hanno influenzato il tuo stile? “Cialtrone sì, ma in maniera creativa. Le competenze e le esperienze che mi porto dietro sono gli oltre 10 anni nel campo creativo, prima come socio di un’agenzia, poi come dipendente e ora come freelance. Fra gli autori a cui penso, sicuramente uno su tutti è Jacovitti che per me rimane uno dei più geniali fumettisti mai esistiti. Poi mi piace molto seguire i giovani illustratori come i brosmind, gebelia, burnttoastcreative, tutti artisti che hanno sviluppato una loro “estetica” comunicativa”.
L’umorismo nasce dal corto circuito fra linguaggio visivo e parole, su quali corde agisci per far sorridere? “Gli ingredienti della pozione magica sono i seguenti: immediatezza, sorpresa, semplicità. L’attenzione del pubblico è sempre molto bassa, soprattutto per il continuo bombardamento di contenuti che oggi subiamo sui social, quindi per arrivare a catturarli bisogna puntare ad un messaggio immediato rappresentato in maniera graziosa e al tempo stesso semplice. In pochi decimi di secondo riesci a conquistarli e strappi loro anche una risata. I giochi di parole disegnati sono la perfetta sintesi. Devo ammettere che “corto circuito” mi piace molto, credo che lo userò”.
Il ruolo del tuo Socio Unico Poldo. Ovvero: le migliori idee vengono camminando/pensando ad altro? “Le idee saltano fuori nei momenti di relax in cui la morsa dello stress e della fatica si allenta, la creatività elabora in silenzio per tutto il giorno dando spazio alla parte razionale, quella organizzata, quella che gestisce tutti i nostri compiti e operazioni legate alla routine quotidiana. Appena ci prendiamo un momento di assoluta calma, ad esempio ci facciamo una bella doccia, o una passeggiata col cane (Poldo), eccola pronta a darti quell’intuizione o quell’idea che magari in altri momenti non eri riuscito a trovare”.
Cosa significa essere un artista digitale? “La definizione corretta è che sono un artista digitale che disegna tutto a mano. Digitale perchè parlo al mio pubblico attraverso i socialnetwork”.
Sta per uscire il libro ‘Spotsketch’. La vignetta è nata sulla carta, transitata on line e sulla carta torna. Vuoi dire che il mezzo è tornato a essere solo un mezzo e che il messaggio va per la sua strada comunque? “La carta è fisicamente reale, la puoi toccare e soprattutto rimane, non sparisce nel feed di facebook. Per me disegnare su carta è una sorta di rituale, mi fa stare bene. Il messaggio è importante, ma è fondamentale come lo comunichi. Questo significa che quello che dici deve essere mirato ad uno specifico target, non puoi sparare nel mucchio o per lo meno puoi farlo, ma è molto difficile ottenere dei risultati. Il mondo digitale è una sorta di megafono per far arrivare qualsiasi idea più velocemente a più persone interessate, ma bisogna sceglierle. Se fossi macellaio non andrei di certo a parlare ai vegani, ma mi rivolgerei agli onnivori…”