“Giffoni è un luogo magico perché c’è ancora la voglia di aggregarsi, di ascoltare gli altri di godere del cinema e per di più con una passione rara da trovare nelle persone: questo mi dà un’immensa fiducia nell’umanità”: così Jasmine Trinca saluta i suoi fan che l’accolgono con uno straordinario entusiasmo.
E così inizia la 47esima edizione del Giffoni Film Festival .
“Il GFF è anche un luogo della memoria per me, uno dei primi posti che mi ha accolto come attrice” ricorda la Trinca, che torna con il pensiero all’edizione 2001, anno in cui, appena diciannovenne, ha presentato “La Stanza del Figlio” di Nanni Moretti.
“Rispetto ad allora inevitabilmente sono un’altra, semplicemente perché sono diventata grande e non ho più quell’esplosività, quel tratto selvaggio che avevo da giovane, anche nelle mie prime interpretazioni. In un certo senso la Magia è entrata nella mia vita proprio col provino per quel film” racconta.
Ma ci tiene subito a precisare ai ragazzi in sala: “non credere tanto nella magia, quanto nella propria determinazione e nella libertà. Sappiate che potete sbagliare strada nella vita: non volevo fare l’attrice, ero iscritta ad Archeologia… ecco, ora ci vorrebbe un pizzico di magia per terminare gli studi” scherza, evocando il tema “Into the Magic” del 2017. Ma ‘l’esame’ dei giurati non è meno impegnativo: con lei ripercorrono la sua filmografia, fatta di ruoli intensi e di grande spessore umano e artistico, che prossimamente si arricchirà dell’interpretazione di Ilaria Cucchi nell’opera prima di Alessio Cremonini, “Sulla mia pelle“, a fianco di Alessandro Borghi nel ruolo del fratello Stefano.
“Il film si basa sugli atti processuali e ripercorrerà la storia di Stefano Cucchi dall’arresto alla morte. Mi avvicino al ruolo di Ilaria con un gran rispetto, un profondo senso di responsabilità e con un approccio decisamente lontano da quello dell’attrice che vuole interpretare un personaggio. Ho avuto modo di incontrarla, ma non con l’idea di rubarle qualcosa da portare sul set: sarebbe pornografia. Non c’è un ruolo da costruire, ma c’è da raccontare una donna che porta su di sé non solo il peso della perdita del fratello ma anche quello di una battaglia pubblica. Cercheremo di restituirle quell’umanità ormai nascosta dal ruolo di combattente e di mostrarne la vita da sorella. Penso che questa donna, dopo aver dato tanto a tutti noi, debba avere qualcosa indietro”.
Il Giffoni 2017 consegna a Jasmine Trinca un meritato Giffoni Experience Award, in attesa di ritrovarla al cinema con i suoi nuovi ruoli.