La moda è un eterno ricominciare. Mai frase è stata più “fatta e rifatta”. E forse… ci sarà anche un motivo.
Tutto torna, pare. Nel bene o nel male. Fino a qualche anno fa stentavo ad affermarlo. Dopotutto non potevo ancora pretendere di “capirci qualcosa” essendo ancora troppo giovane. “Tu che ne sai della moda dei decenni precedenti se al massimo indossavi gonne a ruota e t-shirt con la sirenetta?“
Giusta osservazione (anche se in realtà le t-shirt con i personaggi ci erano concesse soltanto per dormire, o per fare il bagno al mare nei periodi ad alto rischio scottatura).
Alla moda mi sono interessata presto, ritagliando nelle riviste le foto delle top anni ’90 e appiccicandole in camera. Copiavo Claudia Schiffer. Che tutt’oggi rimane una delle poche tedesche che non mi irritano.
Mia madre allo stile ci ha sempre tenuto parecchio e così, nonostante abitavamo in una città piccolina di periferia, vestiva nell’unica boutique della città che vantava firme parigine, nonché italiane.
Del suo guardaroba ricordo le gonne longuette con lo spacco e quelle di velluto, i tailleur e capispalla in gessato o principe di Galles, i cappotti, tanti cappotti, avvolgenti, particolari o colorati, gli abiti floreali così come le stampe. Le balze e i volants importanti….
Vi dice nulla?
Pensateci. Fino a qualche anno fa avremmo inorridito solo all’idea del ritorno del jeans a vita alta, della t-shirt bianca, della collana tattoo (no, quella non riesco a concepirla neanche oggi). Tutto torna. Il futuro è ieri. Il futuro del futuro è l’altro ieri. E così via.
La moda è rotazione. Pantaloni sigaretta – super skinny – diritto – a zampa – flare e così via.
Gli accessori non sono da meno. Pensate soltanto al grande ritorno del tacco medio (e chi lo avrebbe mai detto?), della ballerina (che poi sia da uomo è solo un dettaglio, suvvia non formalizziamoci).
Ma soprattutto: delle cuissardes. Io dico cuissardes e penso a Brigitte Bardot in sella alla sua Harley Davidson (mitica in Roger Vivier).
Un paio di stivali da sempre pensato come piuttosto “osé”, oggi invece assolutamente consueti e attuali più che mai. Non a caso, sono già un must-have delle passerelle autunno-inverno 2017/18.