Partiamo dal presupposto che a tutti noi, grandi e piccini, fanno ancora battere il cuore: potenza, rombi esagerati e sgommate. È risaputo che da qualche anno a questa parte, i marchi stanno spingendo ai limiti i propri ingegneri per rimanere in vetta alla classifica per numero di cavalli.
Quanto incide il numero di cavalli di un’auto?
Questa concorrenza tra le case automobilistiche è perlopiù una buona notizia per noi appassionati, ma sembrerebbe che la situazione stia leggermente degenerando. La domanda sorge spontanea: di più vuol dire per forza meglio?
Auto: cavalli e sicurezza. Un aspetto molto importante
Iniziamo dalla sicurezza. «Da un grande potere derivano grandi responsabilità», recitava lo zio di Spiderman nell’omonimo film. Purtroppo però, basta farsi un giro su internet per trovare un’infinità di video nei quali vengono distrutte supercar dal valore inestimabile in insensati incidenti dovuti alla mancanza di esperienza da parte del guidatore. I marchi stanno forse producendo veicoli semplicemente troppo potenti per il cliente medio.
Un’automobile con più cavalli è più affidabile?
Il secondo argomento riguarda invece l’affidabilità. Prendiamo l’esempio delle varie Mercedes AMG45. Tirare fuori 381 cavalli da un piccolo motore 2.0 non è certo un’impresa da poco. Ma pensare che quest’ultimo abbia una speranza di vita equivalente a quella di un comune propulsore è da ingenui. Il 2.0 in questione, dalle prestazioni indubbiamente ammirevoli, è infatti soggetto a maggiore stress ed usura. Capiamo perfettamente che il mercato sia caratterizzato da una tendenza al downsizing, ma creare motori sempre più piccoli e al contempo sempre più potenti implica danni e riparazioni più frequenti.
Inoltre, non basta un motore potente per fare una sportiva di qualità. La componentistica meccanica ed elettronica attorno deve essere adeguata. Al giorno d’oggi, sembra che valgano solo i numeri sulla carta, mentre vengono messe in secondo piano le prestazioni reali. Ha senso avere una fornitura apparentemente infinita di potenza se non è possibile utilizzarla in modo efficace?
Auto e cavalli: qualche esempio
Per esempio, le sorelle (Charger e Challenger) Hellcat di casa Dodge hanno 707 cavalli (più di una nuova Ferrari 488GTB, per intenderci), ma montano “semplici” pneumatici da 275 mm e sospensioni troppo morbide. Di conseguenza, sono note per problemi di trazione e scarsa manovrabilità. La sottrazione di qualche cavallo, l’aggiunta di qualche millimetro di gomma in più ed una leggera sistemazione dell’assetto sono la formula giusta per un’auto complessivamente migliore.
Potenza e cavalli auto: la storia insegna
Facciamo poi un paragone: dieci anni fa, la Lamborghini Murciélago si imponeva sul mercato come il non plus ultra delle supercar di quell’era, grazie ai suoi 580 cavalli. Facendo un paragone con il presente, la stessa potenza è raggiunta dall’Audi RS6. Quest’ultima però, altro non è che una station wagon familiare rivisitata in versione sportiva.
Dopo aver provato la Ferrari F12 Berlinetta per Top Gear, Jeremy Clarkson affermò che con qualche cavallo in meno sarebbe un’auto migliore. Inoltre, nell’articolo Jeremy On: having too much power, Clarkson dichiara che “qualunque auto con più di 700 cavalli è follia”, e aggiunge: “Non avrete mai ne voglia ne bisogno di più di 500. E, a dir la verità, il più delle volte 250 bastano e avanzano”. E se lo dice uno come Jeremy Clarkson, ci possiamo fidare.
Vogliamo concludere con una riflessione. Malgrado la guerra tra costruttori a colpi di schede tecniche dai numeri esorbitanti, la spider più venduta della storia rimane la Mazda MX-5. Da molti è considerata la migliore auto sportiva di sempre, nonostante il fatto che eroghi “solamente” 160 cavalli nella sua versione più potente. Ma quindi, servono veramente questi motori dalle cifre al limite dell’irrazionale per divertirsi dietro al volante, o si tratta solamente di una forte strategia di marketing?