Come fare bella figura on line? Come riuscire a mantenersi su un tono generalmente corretto, sapendo che quello che scriviamo è disponibile per chiunque?
Come facciamo a evitare che quello che abbiamo scritto per impressionare il nostro obiettivo sentimentale del momento non sia la prima e, fatalmente, l’ultima cosa che di noi leggerà un head hunter? Cercando risposte a queste amletiche domande, forse non diffuse come sarebbe opportuno, ci siamo imbattuti nel blog ‘Il lato Saporito’ tenuto da Loredana Saporito, giornalista e – appunto – blogger che incarna assai bene l’espressione ‘grazia innata’.
Loredana spiega come destreggiarsi fra reputazioni da creare e mantenere e tanti sguardi da gestire, spiega come maneggiare i segni a cui diamo il compito di parlare al posto nostro: le parole e le immagini. Obiettivo: che trasmettano veramente quello che siamo e non ci trasformino nella copia di mille riassunti (il peggior insulto che potrei rivolgere a qualcuno e uno dei versi più intensi di Samuele Bersani).
Del resto, lo confesso, provo un dolore fisico quando ricevo una email tutta in stampatello e, per quanto il mio tono di voce tragicamente e involontariamente alto mi renda la peggior compagna di co-working dell’orbe terraqueo, quando lo sento uscire dalla tastiera, l’urlo del guerriero, beh: mi fa proprio soffrire. Pur lontana anni luce dalla perfezione dei modi e tendente allo sbotto fuori sincrono, riconosco il valore taumaturgico della gentilezza e della cortesia per iscritto, equivalenti a un sorriso, molto più efficaci di un qualsiasi emoticon per migliorare sensibilmente una giornata iniziata male. Una certa formalità nelle email e nelle comunicazioni scritte è assai accogliente, sottolinea una distanza ovvia fra sconosciuti che potrà stemperarsi col tempo e dare la misura di un rapporto che cresce, anche se semplicemente professionale e epistolare.
Calibrare i toni significa raccontare a chi legge anche qualcosa della relazione che c’è in mezzo. Bizzarro, in effetti, che nell’era della personalizzazione compulsiva l’unica cosa veramente personale, e cioè la relazione fra un me e un te, sia appiattita nell’uso indiscriminato di una delle parole più belle che esistano: amici. Confesso quindi un uso molto personale di questa intervista e ringrazio assai Loredana di avermi dedicato un po’ di tempo e insegnato alcuni segreti, anche su come gestire con garbo l’idea più rivoluzionaria che può venirci: cambiare vita. Eccoli per voi.
Bon ton 2.0: la gentilezza e l’educazione sono possibili anche nella frenetica comunicazione on line? Come si possono declinare? “Le buone maniere sono alla base della comunicazione e la maleducazione rimane tale, on line e off line. Giustificarla con frasi del tipo: “ero di fretta, non mi sono spiegato bene” sono solo scuse. Gentilezza e comunicazione digitale si coniugano mantenendo sempre un atteggiamento cordiale e mettendo un minimo di cura in quello che si scrive e come lo si scrive. Soprattutto on line, dove è più facile essere fraintesi, perché non c’è il supporto della comunicazione non verbale, che ammorbidisce i toni, come il tono della voce, il sorriso, lo sguardo. Il web è una piazza aperta a tutti, se ci comportiamo con gentilezza e rispetto, abbiamo solo da guadagnarne. Ascoltare gli altri, ringraziare, utilizzare bene la punteggiatura per evitare malintesi, rispondere alle mail: queste sono buone regole di comportamento, che non impegnano troppo. Cosa non fare? Non abusare delle maiuscole, che in rete equivalgono ad alzare la voce, non fare battute sarcastiche. E se qualcuno insiste e ci provoca? La scelta migliore è ignorarlo. Usiamo il buon senso”.
Lo spazio pubblico e lo spazio privato sono sempre più mescolati. Si deve essere più formali nel privato o meno formali nel pubblico? “Anche in questo caso, bisogna usare il buon senso. Le barriere che separavano privato e pubblico sono cadute e gli ambiti si sono contaminati, ma è importante scegliere il tono giusto per ogni occasione. È corretto avere un approccio più friendly sui social network, ma senza esagerare: bisogna avere cura della propria web reputation. Postare foto di serate con gli amici particolarmente animate, commenti sguaiati o con degli errori di grammatica sono dei grandi scivoloni. La mente umana dimentica, il web no. E ci sono molti responsabili del personale che prima di contattare un potenziale candidato per un lavoro, fa un giro sul suo profilo Facebook…”
La discrezione e il pudore possono sopravvivere ai tempi del personal branding? Come si stanno trasformando? “Sono forse le attitudini più sacrificate con il web 2.0, che chiede di metterci la faccia. E parlo da persona timida, che è scesa a patti con la propria riservatezza. Se sei un libero professionista o svolgi un’attività che ha una dimensione pubblica, devi comunicare al mondo chi sei e cosa sai fare. È imprescindibile. Se non comunichi, non esisti. E allora tanto vale farlo bene, cercando di veicolare i messaggi e la tua immagine. Se però sei una persona discreta, che non ama esporsi troppo, puoi trovare la tua dimensione. Il mio consiglio è non eccedere con i messaggi personali, più privati, ma concentrarsi su quelli professionali, comunicando i risultati ottenuti, quello a cui si sta lavorando. Bisogna però farlo senza essere troppo asettici o freddi, ma cercando di coinvolgere i nostri contatti: la rete è fatta di persone, il fattore umano e le emozioni sono il suo motore principale”.
Come si può coordinare e organizzare la propria immagine on line? Quanto conta, ad esempio, per entrare e crescere nel mondo del lavoro? “Le nuove tecnologie ci hanno trasformano in potenziali agenzie di comunicazione: come dicevamo prima, è fondamentale veicolare bene la propria immagine on line, costruirsi e lavorare sul personal branding. Tutto concorre a creare la nostra identità digitale: dalla foto profilo sui social all’indirizzo email, al nome del blog o del sito internet. L’obiettivo è comunicare un’immagine coerente di noi stessi, professionale e autorevole. Soprattutto agli inizi, quando non si è sostenuti dall’esperienza, è ancora più importante esprimere un’idea di sé affidabile e qualificata. I propri profili social e il blog, se si ha, possono fare da cassa di risonanza alle proprie competenze e ai propri skill. Ma attenzione: dietro l’immagine devono esserci dei contenuti. Per questo, avere un blog su tematiche professionali, può essere un valido aiuto”.
Qual è la cosa più importante da tenere sotto controllo per evitare che la nostra immagine pubblica prenda il sopravvento sui nostri desideri? “Non bisogna farsi fagocitare dai social: sono degli strumenti e come tali vanno usati. Ma senza eccessi, senza sviluppare una dipendenza da like e senza scoraggiarsi se agli inizi non si vedono i risultati. Io consiglio quando si lavora, di togliere le notifiche e connettersi ad orari stabiliti, in pausa pranzo, a metà pomeriggio, durante la pausa caffè. Altrimenti i social rischiano di essere troppo dispersivi”.
Cambiare vita e scegliere un percorso nuovo: quali sono i segreti per riuscire? “Bisogna essere capaci di rimettersi in gioco, cambiare spesso occhiali con cui si guarda il mondo e quando ci si guarda allo specchio. E poi sapere veramente cosa si vuole, ascoltarsi e fare un piano strategico di transizione. Prima di qualunque scelta, sul lato pratico, consiglio di monitorarsi per un lungo periodo, e osservare con attenzione la propria quotidianità e il proprio lavoro: perché si vuole cambiare vita? Cosa c’è che non piace o che ci sta stretti? Tenere un diario, annotando le attività che ci risultano pesanti e quelle più piacevoli, può essere utile. Anche se a volte noioso, questo compito serve a capire che strada prendere, soprattutto quando si hanno le idee poco chiare su cosa si desidera e dove si vuole andare. E poi, imprescindibile, tenere sotto controllo il lato finanziario. Quando si cambierà vita, potrà esserci un periodo in cui non si guadagnerà, perché magari la nuova attività dovrà ancora partire: quindi, prima di fare il salto, dobbiamo sapere quanto spendiamo e di quanto abbiamo bisogno per vivere. Tenere un diario economico (esistono delle app per farlo) e mettere da parte la cifra necessaria è fondamentale”.
Il lato Saporito era un food blog e oggi ha cambiato veste: perché? “Ha seguito la mia evoluzione, il mio cambio vita. Prima per lavoro mi occupavo di food: scrivevo di chef, ristoranti, salute e alimentazione per diverse testate. Poi, per due anni ho seguito solo un progetto, senza occuparmi di food. In tutto questo tempo non sono più riuscita a seguire il blog e aggiornarlo. Nel frattempo c’è stata l’Expo a Milano e tutti abbiamo fatto una grande indigestione di cibo… Quando ho deciso di rilanciarlo, qualche mese fa, la mia vita era cambiata di nuovo e ho deciso di dare più spazio a questa tematica, al cambio vita, perché so che molte persone si trovano nella difficile situazione di desiderare di prendere nuove strade, ma non sanno come fare. Racconto la mia esperienza e cerco di dare qualche consiglio. Continuerò a scrivere di #cosesaporite, che sono il sale della vita, ma in maniera più saltuaria”.