Encanto, il nuovo musical animato targato Disney, uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 24 novembre.
L’ho visto in anteprima e se siete ancora indecisi se acquistare o meno il biglietto per la visione al cinema, questa è la recensione che vi toglierà ogni dubbio.
Premessa: se non amate i musical, o l’animazione, oltre ad essere persone profondamente tristi (sorry not sorry) evitate di vedere questo film perché è oggettivamente troppo divertente perché vi possa piacere.
Detto ciò, partiamo dal principio, ovvero la trama!
La trama di Encanto
Encanto racconta la storia di una famiglia straordinaria, i Madrigal, che vive nascosta tra le montagne della Colombia, in una casa magica, in una città vivace, in un luogo meraviglioso e incantato chiamato Encanto. La magia di questa terra ha donato a ogni bambino della famiglia un potere unico, dalla superforza al potere di guarire. Tutti tranne Mirabel. Ma quando scopre che la magia che circonda Encanto è in pericolo, Mirabel decide che lei, l’unica Madrigal ordinaria, può essere l’ultima speranza della sua straordinaria famiglia.
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Il film è diretto da Jared Bush (co-regista di Zootropolis) e dal magico Byron Howard (Zootropolis, Rapunzel – L’intreccio della torre), co-diretto da Charise Castro Smith (sceneggiatrice di The Death of Eva Sofia Valdez).
Non stupisce pertanto che il film riesca a mantenere un buon ritmo per tutta la sua durata: non solo è pieno di musica e balli, ma è in grado di intrattenere il pubblico di grandi e piccini senza mai risultare noioso.
Questo è possibile soprattutto dalla presenza di vari personaggi, ognuno con le proprie caratteristiche fisiche, il proprio carattere e le proprie abilità uniche, il tutto saggiamente utilizzato per creare circostanze e situazioni esilaranti. Ma stiamo parlando di Disney, non mancano, infatti, momenti di riflessione: il film è incentrato sull’unico membro di una famiglia magica che non ha nessun potere, impossibile quindi non riflettere sul valore e l’unicità di una persona sia come singolo sia all’interno della famiglia e degli affetti più cari.
Canzoni e musica in Encanto
Uni degli elementi che spiccano in questo film è sicuramente la musica. Encanto contiene otto canzoni originali scritte da Lin-Manuel Miranda in pieno stile colombiano: festose, piene di ritmo e gioiosa.
Lo stesso Miranda ha affermato: “Conosco la maggior parte di questi ritmi, ma gli strumenti e le orchestrazioni sono tipici della Colombia e unici nel loro genere. Ad esempio, la fisarmonica è fondamentale nella loro musica e questa è stata una delle cose più divertenti. Sono stato felicissimo di immergermi nel lavoro di artisti che non conoscevo e di esplorare maggiormente quelli che amo fin da quando ero piccolo, come Carlos Vives, con cui abbiamo avuto la grande fortuna di collaborare per questo film. Nel corso di questo intero processo, mi sono innamorato della musica e della cultura della Colombia e ho avuto l’opportunità di giocare in quello spazio”.
Ma il punto vincente è che la componente musicale viene inserita in maniera in maniera del tutto naturale e per niente forzata all’interno del film e dei dialoghi: che sia utilizzata dalla protagonista per descrivere la propria famiglia o da un qualsiasi personaggio per spiegare il proprio stato d’animo, parole e musica si fondono tra di loro presentando spesso momenti di “dialogo cantato” molto simile a quello utilizzato nei musical teatrali.
L’animazione in Encanto e il rapporto con la Colombia
Il secondo elemento che più colpisce è quello visivo: il film è un tripudio di piante, fiori e animali vengono esaltati in tutti i loro mille colori. Per la storia di Mirabel, i filmmaker hanno deciso di creare uno scenario profondamente ispirato alla Colombia.
La produttrice Yvett Merino (production manager di Oceania e Big Hero 6) ha infatti affermato: “Ci siamo messi alla ricerca di esperti di cultura, antropologia, costumi, botanica, musica, lingua e architettura della Colombia, solo per citarne alcuni, e abbiamo parlato con loro per ore affrontando praticamente qualsiasi argomento, dalle piante native del paese al modo in cui le case colombiane venivano costruite nel passato”.
L’animazione punta soprattutto sulla luce, sui colori e sugli ambienti, in particolare casa Madrigal, la casa magica dove vive la famiglia protagonista, che è in continuo mutamento: le scale che diventano scivoli, pavimenti che si muovono, finestre che salutano; ogni camera dei membri della famiglia poi è un mondo a sé con le sue forme, le architetture e i suoi colori.
Il messaggio di Encanto
Il terzo elemento fondamentale all’interno del film è senza dubbio il tema del “valore”: Mirabel, protagonista e membro della famiglia Madrigal, è l’unica nella cerchia famigliare a non possedere una abilità magica.
Nel momento in cui la magia sembra stia scomparendo Mirabel si metterà in viaggio per cercare di fermare il disastro. La domanda che più echeggia all’interno del film, anche se non pronunciata direttamente è “che valore ho io?”
La protagonista, senza talenti, senza abilità e a volte quasi snobbata vive costantemente la vita in bilico fra la sensazione di inadeguatezza e la voglia di dimostrare di essere d’aiuto alla propria famiglia. Il pericolo di una minaccia per la magia e per tutta casa Madrigal acuirà i dubbi di Mirabel, ma allo stesso tempo la costringe ad un viaggio che non consterà di chilometri da percorrere (di fatto il viaggio di Mirabel si svolgerà entro i confini di casa e poco più in là), ma di rapporti da approfondire e riscoprire. Qual è il mio posto? Qual è il mio valore? Che valore ho per le persone che mi vogliono bene?
Se ancora non siete convinti, ecco un piccolo consiglio in chiusura: Encanto è un film che deve essere visto al cinema. È un tripudio di musica, ritmo e colore: sul piccolo schermo non renderebbe minimamente.