Abbiamo incontrato Enrico Toson, Marketing Manager Italy di Stratasys – azienda che produce macchine per la produzione digitale diretta, stampanti 3D e prototipazione rapida – che collabora con Dyloan, per parlare delle nuove frontiere della stampa 3D.
Una collaborazione, quella con Stratasys, iniziata circa due anni fa. “Conoscevo e seguivo da tempo la stampa 3D, ma stavo aspettando che fosse pronta per la produzione vera e propria”, spiega Loreto Di Rienzo, fondatore – insieme alla sorella Anna Maria – di Dyloan e oggi direttore di D-house. “Quando ho visto la trasparenza e la resa dei colori di alcuni oggetti stampati con la tecnologia PolyJet di Stratasys ho capito che era arrivato il momento di sperimentare la stampa 3D diretta su tessuto e con finalità produttive. Da qui il contatto con Stratasys, con cui è scattata subito una grande intesa, e la decisione di avviare un progetto insieme”.
Si parla molto di sostenibilità. Quanto è eco-friendly stampare in 3D? Diciamo che è estremamente sostenibile. Stampare in 3D è una di quelle tecnologie che oggi vengono associate al tema della sostenibilità per una serie di motivi: il primo è che si tratta di una stampa che utilizza solo ed esclusivamente il materiale necessario a produrre la parte finale, senza creare alcun tipo di scarto, a differenza delle stampe tradizionali che vengono chiamate sottrattive perché partono da un blocco e vanno a togliere materiale per la creazione della parte finita. Ecco perché la stampa 3D è particolarmente in linea con i criteri della stampa responsabile, perché minimizza l’utilizzo del materiale. Il secondo aspetto è quello che il luogo in cui viene prodotta la stampa 3D è anche il luogo in cui viene utilizzata: oggi il mondo sta soffrendo per problemi legati al trasporto e alle merci e si ritiene più conveniente produrre nel Far East e mettere i prodotti su un container e su una nave e spedirli in giro per il mondo. Con questo tipo di stampa, invece, noi creiamo il prodotto finale direttamente nel luogo di utilizzo e questo permette di andare ad abbattere tutti i costi di trasporto con i conseguenti problemi legati ai consumi. Il terzo aspetto (già esistente da qualche tempo) di cui Stratasys è uno dei promotori è legato alla creazione di consorzi per andare a migliorare i materiali utilizzati, affinché siano quanto più sostenibili possibile e cerando di capire anche come poter riciclare il materiale.
Stratasys nasce con la stampa 3D? Certo. Stratasys è uno degli inventori della stampa 3D. Stratasys ha inventato la stampante 3D a filo, che è la più utilizzata al mondo, nel 1987. Questo fa capire come questa tecnologia sia piuttosto consolidata. Negli ultimi ann la crescita è a doppia cifra: un mondo che cresce a tassi estremamente positivi. Non c’è spreco di materiale, non ci sono costi fissi e permette di personalizzare fornendo interessanti benefici per chi vuole stampare e produrre. In questi anni c’è stato un boom di stampa 3D anche per settori come quello della moda e del design. Qui nasce la partnership con Dyloan, poiché abbiamo messo insieme la nostra competenza e capacità tecnologica e il loro know how produttivo e di mercato e stiamo realizzando una serie di tecnologie/prodotti per portare la stampa 3D come innovazione dirompente nel mondo della moda italiana e nel resto del mondo.
In quali paesi del mondo il 3D è più sviluppato? Direi che ormai è ovunque; in tutti i paesi europei viene molto utilizzato, ma direi che la stampa 3D è abbastanza pervasiva. Dove noi abbiamo trovato campo più fertile è però l’Italia stessa, perché è qui che abbiamo sviluppato il connubio ideale tra stampa 3D e fashion. L’idea di industrializzare la stampa 3D per il mondo della moda è un progetto che sta proseguendo in Italia e di questo siamo contenti.
Design e tecnologia: la stampa 3D protagonista a Milano con Candyslab
Ci sono altri settori, oltre la moda, in cui la stampa 3D è accolta con la stessa positività? Il mondo della produzione è da sempre il principale utilizzatore di questo tipo di stampa. Stiamo vedendo che c’è interesse nei settori dedicati al design, soprattutto nell’ambito della creazione. Il lavoro che stiamo sviluppando insieme a Dyloan ha dei benefici molto forti per realizzare in tempi molti brevi prototipi praticamente finali, cosa che permette a progettisti e designers di creare il prodotto quasi finito in un tempo di 24 ore. Questo è molto interessante in termini di produzione ed è uno dei motivi per cui anche settori come cosmetica, packaging, ecc… si stanno avvicinando alla tecnologia 3D, al fine di innovare e migliorare, velocizzando il proprio processo di sviluppo prodotto, arrivando a prodotti migliori voluti dal mercato e ottenendo così feedback immediati.
Quali sono i prossimi progetti a cui state lavorando e che magari non avete ancora reso noti? La sfida per il mondo della stampa 3D è quello di addentrarsi sempre più nel mondo della produzione. L’obiettivo è quello di aumentare la capacità di supportare le aziende nella parte di produzione finale. Gli investimenti vanno in questa direzione.
Quando non conviene stampare 3D? Tendenzialmente quando c’è la necessità di produrre milioni di pezzi uguali, poiché il beneficio della stampa 3D è quello di poter personalizzare e lavorare ad hoc. Dove c’è necessità di sviluppare in alti volumi ecco che tecnologie più tradizionali hanno un costo (per ogni singolo pezzo) più vantaggioso. Se invece si vuole lavorare su velocità, personalizzazione, unicità e sulla qualità, la stampa 3D ha una fortissima valenza. Dall’idea al prodotto finito, con la stampa 3D, passano pochi giorni, un vero plus di questa tecnologia.
È un mercato che cresce a doppie cifre. Che figure professionali servono per poter utilizzare la stampante 3D? Riuscite a trovare persone qualificate? Qui c’è un salto culturale da fare, perché la stampante 3D richiede un approccio diverso: si deve pensare in modo diverso. Le nuove generazioni sono in grado di avvicinarsi alla tecnologia in maniera molto naturale. Il nostro valore aggiunto come produttori di stampanti 3D è quello che consente il passaggio dal progetto in file alla stampa 3D in maniera che sia più veloce possibile. Tutto si riesce a fare praticamente con un click. È vero però che servono nuove leve, serve know how per utilizzare queste nuove tecnologie. Devo dire però che i ragazzi sono naturalmente portati a questo genere di nuove attività.