Abbiamo visto in anteprima il nuovo film di casa Illumination, Sing 2. Il primo capitolo, uscito nel 2016, aveva avuto un discreto successo incassando più di 600.000,00 dollari e riscontrando favore sia fra il pubblico che fra la critica: era quindi questione di tempo prima che venisse annunciato il sequel.
Ad essere onesti, soprattutto nel mondo dell’animazione, è difficile trovare sequel che reggano il paragone con il film iniziale, quindi Sing 2 parte già con la strada in salita. Sarà riuscito a rispettare le aspettative?
Sing 2: la trama
In Sing 2, Buster Moon e il suo cast spingono i loro talenti oltre il loro teatro locale, sperando di esibirsi nel luogo più prestigioso della capitale dell’intrattenimento del mondo: il Crystal Tower Theatre nell’affascinante Redshore City.
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Ma senza connessioni, dovranno prima intrufolarsi negli uffici di Crystal Entertainment e impressionare il potente ed egoista magnate dell’intrattenimento – e probabilmente gangster – lupo, Jimmy Crystal, per dimostrare che sono degni del suo palcoscenico. Crystal permetterà loro di esibirsi, a condizione che Buster convinca la leggenda del rock più solitaria del mondo, il leone Clay Calloway, a uscire dal suo isolamento autoimposto dopo la morte di sua moglie e lo convinca a esibirsi nello spettacolo.
Il successo di Sing
Ma partiamo dal principio, ovvero dal successo di Sing.
Al centro della trama lungometraggio del 2016 c’era l’importanza di credere in sé stessi e perseguire i propri sogni: sono stati questi gli aspetti, insieme ovviamente alla colonna sonora, a fare breccia nel cuore di pubblico e critica. Chris Meledandri, fondatore e CEO di Illumination ha affermato che “Sing ha funzionato su più livelli, ha colpito emotivamente ed è stato deliziosamente divertente, dando modo agli spettatori di relazionarsi con le storie dei personaggi. Una delle cose meravigliose dell’avere un cast corale è che il pubblico sceglie un personaggio per accedere al film, e quando l’entusiasmo del pubblico per un film è principalmente radicato nel personaggio, hai soddisfatto un’opportunità”.
Il franchise di Sing nasce dal successo che i talent show hanno avuto negli ultimi 20 anni della storia televisiva mondiale: X-Factor, American Idol, The Voice sono solo alcuni degli esempi. Ho un talento e voglio mostrarlo al mondo intero, costi quel che costi: è proprio questa l’idea alla base del successo di questi progetti e di Sing.
Non appena ha preso corpo l’idea di girare un sequel, lo sceneggiatore e regista Garth Jennings è stato più che felice di tornare al franchise di Sing, tanto da rivelare che “La mia partecipazione al primo capitolo è stata un’esperienza straordinaria, quindi il desiderio di realizzare Sing 2 era in parte dovuto alla possibilità di collaborare nuovamente con Chris Meledandri e tutte le persone straordinarie di Illumination, ma anche perché questi personaggi che avevamo inventato sembravano essere giusti per un’altra storia più grande. In qualche modo eravamo appena all’inizio”.
Lo scopo di Sing 2
Se Sing riguardava la ricerca del coraggio per inseguire i propri sogni, Sing 2 riguarda il superamento dei limiti che gli altri pongono ai nostri sogni, o che noi stessi ci poniamo.
All’inizio del film, Buster Moon ha uno spettacolo di successo nel suo teatro locale, ma si chiede se ha raggiunto il massimo del proprio potenziale. Quando Suki Lane, una talent scout, dice a Buster che il suo spettacolo non è abbastanza per i grandi campionati, lui si scoraggia … ma decide comunque di non mollare e di inseguire il suo sogno di produrre uno spettacolo in un teatro della grande città. Buster rifiuta il limite che gli altri gli impongono e decide di puntare tutto su sé stesso e sul suo cast.
Lo stesso sceneggiatore-regista Garth Jennings Jennings ha messo molto della propria esperienza personale in questi due film. Ed è forse questo l’aspetto che più convince di queste due pellicole: “All’inizio avevo delle idee, ma poco ambiziose: emergono sempre cose nuove a cui non avevo pensato, soprattutto perché le nostre aspettative su tutta la linea erano cresciute enormemente. E con esse affioravano nuove sfide. In un certo senso ci siamo trovati nella stessa posizione dei nostri protagonisti; volevamo andare ben al di là di quello che avevamo raggiunto la prima volta. Sotto ogni aspetto, stavamo cercando di portarlo ad un livello successivo”.
Sing 2: la musica
Il tutto è accompagnato da numeri musicali sempre più emozionanti: Sing 2 è una sorta di nirvana per gli amanti della musica, perché include più di 40 canzoni di successo classiche e contemporanee che vanno dal pop al rock e dal K-pop al latino, e di artisti del calibro di Billie Eilish, Drake, The Weeknd, Prince, Taylor Swift, BTS, Cardi B, Bad Bunny, J Balvin, Shawn Mendes e Camila Cabello. Il film presenta tre canzoni degli U2, tra cui i successi “I Still Haven’t Found What I’m Looking For”, “Where The Streets Have No Name” e “Stuck In A Moment You Can’t Get Out Of”, più una nuova canzone originale degli U2 scritta esclusivamente per il film, “Your Song Saved My Life”. La canzone segna la prima nuova uscita degli U2 dal 2019.
Per la colonna sonora è tornato a collaborare il brillante produttore esecutivo musicale Harvey Mason JR., attuale l’acting head dell’organizzazione dei Grammy. È stato proprio lui a lavorare a stretto contatto con ciascuno degli attori nelle loro performance musicali per il film: giusto per dire, la versione di Scarlett Johansson di “Stuck In A Moment” degli U2 è stata eseguita dal vivo in una sola ripresa. Nessuna manipolazione, nessun autotune, solo lei e una chitarra.
Nuove voci in Sing 2: i doppiatori
Accanto alle voci che già avevamo conosciuto nel primo capitolo (Matthew Mcconaughey, Reese Witherspoon, Scarlett Johansson, Taron Egerton, Tori Kelly, Nick Kroll) si uniscono all’avventura anche: Bobby Cannavale, che presta la voce a Jimmy Crystal il proprietario del Crystal Tower Theatre nella mondana Redshore City, Pharrell Williams nei panni di Alfonso, imprenditore di gran cuore che gestisce un camioncino di gelati parcheggiato davanti al Crystal Tower Theatre, Halsey che interpreta Porsha, la figlia viziata dello spietato magnate Jimmy Crystal, e infine Bono, che dà la voce al leggendario leone Clay Calloway.
Sing 2 e le spettacolari coreografie
Altro elemento fondamentale del film sono sicuramente le coreografie, in particolare per la trama di Johnny. Nessuno era più qualificato dell’acclamata coreografa Sherrie Silver. Questa non è la prima esperienza “digitale” della Silver, che aveva già coreografato sequenze di animazione per il film Guava Island di Donald Glover e per uno spot di Pixel 3: Sing 2 è, però, il suo primo lavoro in un lungometraggio d’animazione. Durante il processo di lavorazione, la coreografa ha scoperto che la differenza principale tra la coreografia di una sequenza animata rispetto a una sequenza live-action era che i personaggi animati non hanno limiti ai movimenti del loro corpo. “Nell’animazione, tutto ciò che gli illustratori possono disegnare è ciò che i personaggi possono fare. Un esempio è quando ho fatto girare Nooshy diverse volte, mentre il mio ballerino era in grado di fare solo 3 giri. Nooshy ne fa circa 6, e anche più velocemente di quanto i veri ballerini possano mai provare a fare”.
La Silver ha lavorato a stretto contatto con gli animatori in ogni fase del processo: le consegnavano alcuni disegni che includevano i personaggi e la trama, poi ascoltava la musica e su questa creava le mosse che inviava di nuovo agli animatori con dei tutorial rallentati, per assicurarsi che quelle più complicate fossero eseguite correttamente. Ciò che ha sorpreso di più la Silver nel lavorare su Sing 2 è stato osservare il duro lavoro degli addetti all’illustrazione e all’animazione. “Ci sono tantissime fasi per arrivare alle animazioni finali, e sono rimasta sbalordita quando ho visto l’intero processo. Ora capisco perché ci vuole così tanto tempo per creare un film del genere”.
Sing 2: recensione
Il sentimentalismo, come già come accennato in precedenza, è sempre stato un punto forte della serie Sing, ma qui è ancora meglio integrato nella storia rispetto a prima, poiché a ogni personaggio principale viene data una sfida avvincente da superare: la paura di Rosita di alcune acrobazie nello spettacolo la mettono a rischio di perdere il ruolo principale, Johnny dubita di sé stesso come ballerino a causa del suo terrificante allenatore, e Meena è in difficoltà con il romanticismo della sua canzone, soprattutto perché non ha mai neanche dato il suo primo bacio. A prima vista, questi interessi possono sembrare piccoli e di poco conto, ma sono rappresentati in un modo che li rende riconoscibili per ogni membro del pubblico.
La parte più interessante del film è senza dubbio quella in cui Ash affronta Clay Calloway (il suo modello di ruolo di lunga data) e lo aiuta a superare il suo dolore dopo la morte di sua moglie 15 anni prima. Ammettiamo di esserci commossi anche noi durante queste scene. E alla fine, questo è ciò che ci rimane: una serie di storie estremamente sentimentali che potrebbero non mirare a stupirci, ma sicuramente ci colpiscono nel cuore. È raro che un sequel si avvicini alla potenza del suo predecessore, ma Sing 2 è quel raro seguito che i fan potrebbero persino preferire al primo film.
Sing 2 uscirà al cinema il 23 dicembre, non vi rimane che andare a vederlo per decidere se abbiamo ragione o ci sbagliamo.