“We feel like home”. Ci sentiamo a casa. Parole che Marie-Louise Sciò penso si sia sentita dire davvero molto spesso – e con affetto – dai suoi ospiti.
Quel dono autentico di essere a casa, in un’altra casa. Quel dono – che è poi un vero lusso – che è gesto da parte di chi ti ospita: di protezione, di accoglienza. Il gesto “coccolante” – giocando con il termine – di chi ti rende il luogo e meta della vacanza, la tua “altra” casa, il rifugio, il relax interiore e vero. La casa: quella della riservatezza, della privacy, del silenzio e delle confidenze. E il concetto del “feel like home” è davvero complesso da trasmettere. Il messaggio infatti si concretizza, solo poche volte, e va a buon fine solo da chi il concetto lo conosce bene, il lusso lo conosce bene: il lusso dell’accoglienza, il lusso interiore e poi quello concreto.
Quello interiore è fatto di naturalezza, dove niente è rigido, ma tutto è morbido, sciolto e abituato da anni, anni e anni… di generazioni di esperienza. E poi il lusso concreto di chi ha eletto l’eccellenza e la perfezione “in toto”, come base da donare ai propri ospiti: nel servizio, nei dettagli, nella massima ospitalità vista come “credo” assoluto, rispetto e tradizione di famiglia.
Tutto ciò è prassi naturale sia dell’Hotel Il Pellicano a Porto Ercole che de La Posta Vecchia di Palo Laziale. Vice Presidente e Direttore Creativo del gruppo (Pellicano Hotels) è Marie-Louise Sciò, figlia del patron (appunto) de Il Pellicano e La Posta Vecchia Roberto Sciò. Nata a Londra – da madre americana – è entrata nell’ azienda di famiglia sette anni fa, dopo un inizio di carriera da architetto. Laureata, dopo il liceo in Svizzera, in Fine arts and architecture all’ americana “Rhode Island School of design”, entra nel 2001 prima nello studio dell’archistar newyorkese Costas Kondillis. Dopo un anno rientra in Italia per lavorare come interior designer con Massimo Zompa, e da lì, quasi per caso, comincia a lavorare con il padre, rifacendo un paio di stanze e ridisegnando la brochure de Il Pellicano…. Il resto è storia… interessante storia. Questa settimana l’ho incontrata per Focus On per parlare con lei del suo lavoro, del suo stile, della sua carriera e di questi straordinari Hotels dove l’atmosfera è davvero speciale. La Posta Vecchia è un’elegante villa vicino Roma, con le sale arredate con mobili del XV e XVII secolo, preziose opere d’arte provenienti da tutto il mondo. Un Hotel che nel XVII secolo fu la dependance del castello degli Orsini, una delle più antiche famiglie romane, mentre negli anni ’60 diventò la villa del magnate americano Paul Getty, e alla fine degli anni ’80 è ritornata una dimora per ospitalità.
L’Hotel Il Pellicano invece è immerso nella natura della Maremma Toscana e negli anni, quella piacevole sensazione di sentirsi a casa, quell’atmosfera glamour – e un po’ retrò – e il lusso discreto amato dal jet set internazionale, sono rimasti immutati. Ecco il mio incontro con Marie-Louise Sciò.
Marie-Louise sa che ho piacevolmente sorriso leggendo che quando lei era piccola era un po’ come la protagonista del film della Disney (Eloise al Plaza), vivace e un po’ “monella”. Che ricordi ha della sua infanzia, delle lunghe estati a Porto Ercole, dei suoi amici, della sua famiglia? Che tipo di bambini eravate lei e i suoi fratelli? Eravamo bambini molto vivaci e vivevamo Il Pellicano come un grande palcoscenico all’aria aperta, estasiati dalle feste e dai personaggi che gravitavano attorno all’hotel. Uno dei miei ricordi più vividi è della serata in cui, durante una festa a bordo piscina, abbiamo rubato tutte le aragoste dal grill e le abbiamo lanciate in piscina, seminando il panico, convinti di salvarle da un terribile destino. Organizzavamo anche degli spettacoli di danza (ovviamente non richiesti!) nei giardini dei clienti. Io ero ossessionata da Madonna e mi cimentavo in coreografie incredibili.
Lei è uno stimato architetto con un’importante formazione negli Stati Uniti, poi proseguita a Roma e poi – a breve ne parleremo – ecco il suo arrivo negli Hotels di famiglia, dove lei fu chiamata inizialmente da suo padre Roberto Sciò per sistemare solo alcune stanze e poi ha proseguito il suo lavoro, dando agli Hotels anche il suo tocco speciale. Mi racconta meglio tutto il suo percorso? Che ricordi ha per esempio sia del suo periodo alla “Rhode Island School of design” dove ha studiato, e sia della sua collaborazione con l’archistar newyorkese Costas Kondillis e poi con l’interior designer Massimo Zompa? Che influenza hanno avuto tutte queste esperienze sul suo gusto, sulla sua crescita personale e come professionista, che ricordi ha di loro? Che cosa le hanno insegnato? Gli anni dell’Università sono sicuramente una delle migliori esperienze che io abbia mai fatto. Sono stati tra i 5 anni migliori della mia vita, molto difficili ma davvero formativi. Quello che non mi stanco mai di ripetere è che alla Rhode Island School of Design, grazie al loro modo di intendere e interpretare l’architettura come “fine art” o pittura, mi hanno insegnato a pensare. A pensare fuori dagli schemi, con creatività, e a mettere tutto in discussione. Lavorare con Costas mi ha aiutata a capire cosa non volessi fare! Intendiamoci, è stato un lavoro stupendo e una grande scuola, ma per come sono fatta, avevo bisogno di progetti dentro ai quali mettere la mia anima. Da Massimo Zompa ho imparato l’equilibrio, la simmetria, la classe e quel tratto inconfondibile della “romanità” che contraddistingue tutti i suoi lavori che io ammiro moltissimo.
Parliamo meglio del suo lavoro come architetto e interior designer. Quali sono i tratti che caratterizzano il suo stile, quello di Marie-Louise Sciò? Non so … la linearità piuttosto che i colori forti o neutri degli arredi? E a questo proposito qual è il filo conduttore design che ha seguito e che segue anche per gli Hotels sia per Il Pellicano che per la Posta Vecchia? A dire il vero, non c’è nulla di particolare che definisca il mio stile, perché è davvero molto misto, carico di influenze anche molto distanti tra loro. L’unico file rouge del design degli alberghi è quello di mantenere a tutti costi l’autenticità anche se reinterpretata in chiave moderna. Per me era fondamentale non distruggere l’immagine e l’essenza de Il Pellicano e La Posta Vecchia, sono luoghi a cui sono profondamente legata e senza dubbio il loro grande punto di forza è offrire quella sensazione di “casa”.
Oggi lei Marie-Louise è Vice Presidente e Direttore Creativo del gruppo Pellicano Hotels, che comprende appunto l’Hotel Il Pellicano di Porto Ercole e La Posta Vecchia Hotel di Palo Laziale. E parliamo di due Hotels dall’atmosfera unica ed insostituibile, dove la moda la si respira ma con raffinata discrezione e dove hanno alloggiato – proprio per la privacy e la bellezza del luogo – tante star del cinema, ma anche famiglie Reali … Può raccontarmi quali sono i tratti che caratterizzano il vostro successo, la vostra ospitalità? Cosa cerca esattamente chi viene da voi? Chi viene da noi, sia a Il Pellicano che a La Posta Vecchia, cerca delle location uniche e delle esperienze autentiche. Facciamo del nostro meglio per regalare ai nostri ospiti servizi ed esperienze che non siano mai ovvi e ci teniamo davvero a farli sentire a casa. Non è solo uno slogan, è davvero l’essenza dei nostri alberghi. I primi a sentirsi a casa sono proprio le persone stupende dello staff, che riescono a trasmettere questa serenità anche agli ospiti. Certamente giocano un ruolo importante anche l’ottimo cibo, i vini eccellenti e così via, ma senza una base autentica, non sarebbero sufficienti per rendere felici i nostri ospiti.
A Giugno dello scorso anno avete festeggiato i 50 anni dell’Hotel Il Pellicano, una grandissima soddisfazione. Che ricordi ha di quella serata o meglio di quelle serate? La prima cosa che mi viene in mente pensando a quella festa è una grande emozione, il grande lavoro dei mesi prima e la soddisfazione di avere creato qualcosa di magico per celebrare il lavoro meraviglioso che ha fatto negli anni mio padre, Roberto Sciò. È stata una serata indimenticabile, era così bello vedere clienti storici, nuove generazioni e amici tutti così felici di essere là, in quel luogo che sentono davvero come casa loro. Ecco, questo forse è stato il nostro successo più grande.
Lei si occupa di tantissimi aspetti. Segue tutta la parte creativa, il marketing, ha fatto delle eccellenti incursioni nell’editoria penso al lavoro con Jurgen Teller, fotografo di fama mondiale, e molto molto altro. Come organizza la sua giornata? Come si divide tra i due Hotels e quali sono le caratteristiche che li accomunano e quelle che invece li rendono così unici e diversi tra loro? L’organizzazione della mia giornata dipende dal periodo dell’anno. Durante i mesi invernali sono nella sede centrale degli uffici di Roma, che tra l’altro ho appena ristrutturato, divertendomi davvero molto! Entrambi gli hotel, poi, riaprono ad aprile, e quando si avvicina l’estate, attorno a giugno, divento residente fissa del Pellicano. Per me è molto importante seguire da vicino tutto quello che succede in hotel ed essere là, insieme ai nostri ospiti. Il Pellicano, per me, è anche un luogo di infinita ispirazione e non potrei proprio farne a meno! Quello che invece accomuna i due hotel sono la storia, l’autenticità e, ancora, quella sensazione di sentirsi a casa. Oltre a questo, devo dire che sono due case completamente diverse, per location, struttura e vocazione.
Che rapporto ha invece con la moda? E qual è il suo stile? Chi le piace particolarmente tra i vari designer? E chi tra i new talents trova che stia facendo un bel percorso? La moda mi piace ma non ne sono ossessionata, mi interessa come forma d’arte e ne ammiro il grande potere comunicativo. Come per quanto riguarda il mio design, anche per la moda non posso definire il mio stile, perché è davvero misto. Indosso ciò che mi piace e adoro la creatività, anche in questo ambito è fondamentale. Tra i grandi classici, amo molto gli abiti in stile maschile di Armani, le linee inconfondibili delle creazioni di Ulyana Sergeenko e la creatività di Ines Van Herpen. Tra i nuovi talents ammiro le ragazze di Blazè, che abbiamo anche in boutique a Il Pellicano, e Rahul Mishra.
Quali sono i suoi prossimi progetti? Sono moltissimi, la mia mente è in moto perpetuo, ma al momento non posso ancora dire nulla!
Un’ultima domanda. I vostri hotels sono il relax eccellente… tutto è perfetto, riservato… Il vero lusso discreto… Ma lei invece Marie-Louise – che lavora così duramente perché i suoi ospiti si rilassino e siano perfettamente a loro agio – come si rilassa e quando riesce a farlo? Che cosa le piace fare? Mi piace andare al cinema, mi rilassa. Adoro quei piccoli cinema d’essai che a Roma si trovano ancora, con quel fascino irresistibile e un po’ délabré. Poi faccio yoga, meditazione e, se devo essere sincera, anche le lezioni streaming di ginnastica… quando il tempo manca, bisogna ingegnarsi!