Intervista alla Green Fashion Designer Ludovica Gualtieri: il suo brand eco-friendly sfida le logiche del mercato per non tradire i propri valori.
Intervista a Ludovica Gualtierti, Green Fashion Designer
Come nasce il tuo brand? Il brand nasce pre-pandemia, ha circa due anni di vita. Tutto è nato dalla mia passione verso il design e la moda, a cui ho aggiunto la volontà di creare prodotti che fossero attenti all’eco-sostenibilità e all’ambiente, per quel che concerne l’utilizzo delle materie prime. Il mercato a cui mi rivolgo è il mercato farmaceutico e del wellness, un mercato di avanguardia e che si pone come obiettivo quello di veicolare dei messaggi importanti come il green e la sostenibilità.
Ti definisci green fashion designer. Puoi spiegaci cosa significa per te? Secondo me oggi essere designer non basta più, essere green designer, invece, significa essere sì un designer, ma un designer che si verticalizza abbracciando il discorso del green e dell’eco-sostenibilità; tutto ciò che creo lo faccio in quest’ottica, cercando di impattare il meno possibile sul pianeta e sull’ecosistema, assicurando una qualità nella scelta dei materiali pensata esplicitamente per il consumatore finale.
Che prodotti realizzi? Ho sviluppato un green fashion concept, con l’obiettivo di assicurare all’utente finale una gamma di differenti prodotti: dalla moda fino ai prodotti più accessori, ma anche articoli living e home. Per quanto riguarda il discorso moda, il brand si focalizza sul mondo donna e sulla sua routine quotidiana.
Perché il circuito di farmacia? Perché il mercato delle farmacie è quello oggi più volto alla ricerca, all’innovazione e allo sviluppo tecnologico. Quindi fertile per veicolare messaggi delicati, tecnici e specifici come il green e la sostenibilità. Il farmacista è la figura professionale idonea a spiegare il prodotto e le sue caratteristiche, compresi i processi produttivi innovativi, come quello di circular economy, che hanno portato alla creazione del prodotto finale.
Quindi i tuoi prodotti si trovano esposti all’interno delle farmacie? Si, Sono esposti in un corner dedicato.
Vendete anche online? Sì, tutti i nostri prodotti sono venduti sia online sia offline.
In futuro pensate di ampliare la proposta? Si, vorremmo ampliare la gamma di prodotti, spaziando e creando altre linee tra fashion e living.
Pensate anche di ampliare il target di riferimento? Questa è per noi una sfida. Un prodotto qualitativamente buono che sia anche esteticamente carico di una sua personalità è ciò a cui ambire. Solo così facendo riusciremo ad aumentare la gamma di prodotti e ampliare il target. Il prodotto deve avere una certa estetica, ma deve anche essere qualitativamente performante, riuscendo così a coinvolgere donne diverse e quindi target diversi.
Come mai hai deciso di lanciarti in questa attività? Che tipo di messaggio vuoi trasmettere? L’obiettivo finale è quello di portare avanti i concetti di sostenibilità e di green, in cui credo già da molto tempo; credo poi fermamente che dovremmo tutti avere rispetto per l’ambiente in cui viviamo e per le persone; questo concetto si è evoluto così tanto in me fino a diventare un marchio, avente questa mission. Spero che le persone possano apprezzare tutti i miei sforzi.
Qual è la cosa più difficile che hai dovuto sostenere da quando hai lanciato il tuo brand? Sicuramente il momento di creazione del prodotto, perché non mi occupo di fast-fashion e perché non seguo i trend e la moda. Personalizzare il prodotto non è stato per niente facile. Pre-pandemia inoltre le persone erano più portate all’acquisto veloce online, devo dire che dopo la pandemia moltissime si sono sensibilizzate sulle tematiche del green e della sostenibilità.
Mi raccontavi che hai avuto delle collaborazioni anche con designer importanti. Come sono nate le collaborazioni? Ho vinto una borsa di studio per un master all’Istituto Marangoni in Fashion Design Womenswear, che mi ha dato la possibilità di partecipare a determinati workshop, sempre tramite l’ Istituto Marangoni. Questo ha accelerato molto la mia formazione. I brand in questione con cui ho lavorato sono stati MSGM, Emporio Armani, ECONYL, Carvico e The Woolmark Company.
In veste di consumatrice, quando fai shopping, sei attenta alla parte eco-sostenibile, o ti capita di acquistare capi che non lo sono? Devo dire che ci sono due punti di vista differenti: quello di chi crea e sviluppa il prodotto e il punto di vista del consumatore. Non nego che sia difficile, da consumatore, arrivare a comprendere tutti i passaggi che portano allo sviluppo del prodotto. Da consumatore l’acquisto è un po’ più impulsivo. Da quando sono passata allo sviluppo del prodotto sono molto più attenta quando faccio shopping, perché ho più consapevolezza delle ripercussioni possibili sul nostro ambiente.
Immaginiamoci in un futuro in cui tu sei una green fashion designer ormai affermata con disponibilità di budget di un milione di euro. Hai la possibilità di scegliere una testimonial per il tuo brand, chi ingaggeresti? Se avessi a disposizione questo budget , più che ingaggiare un/a testimonial, userei il budget per sviluppare progetti sostenibili e green e una parte lo devolverei sicuramente in beneficenza.