Io racconto e mi racconto da sempre, lo dimostra il fatto che ogni settimana condivido (condividere, altro mantra contemporaneo!) con voi la mia storia. Perché se gli analisti affermano che la narratività sarà sempre più centrale alle relazioni, per me è sempre stata una cosa normale.
Il raccontarsi è tornato di moda da quando i social network hanno cambiato il nostro modo di confrontarci con la realtà, essere presenti e visibili, sempre e ovunque, non solo con le parole ma anche con immagini, video, suoni.
E fino a qui niente da dire, anche io ho sempre avuto una vera e propria mania per le parole e per le immagini, da sempre i miei TABLEAUXDICOLLEZIONE sono costruiti come un racconto fatto di foto, pezzetti di tessuto e frasi tagliate dai giornali o scritte su pezzetti di carta raccolti chissà dove (soprattutto quando faccio uno dei miei viaggi di ricerca, trascrivo i miei pensieri ovunque!).
Queste LAVAGNECREATIVE (come le moodboard che trovate nel mio profilo Pinterest) sono come delle vere e proprie sceneggiature più che racconti, nel senso che ogni pezzo dialoga con gli altri, formando appunto una storia o un film se preferite (sono questi quelli che io definisco i miei PENSIERIMOTIVANTI).
Questo è il senso più vero dello storytelling per me, raccontarsi significa comunicare, trasmettere qualcosa che ha un significato, creare dei sentimenti emotivi, provocare ricordi o immagini che fanno stare bene chi legge, stimolare il lettore ad aprirsi, ad esprimersi ed a comunicare a sua volta con gli altri. Comunicare ha anche un altro scopo, ritrovarsi con qualcuno che non vedi da tanto tempo! COMUNICARE per me è prima di ogni altra cosa, riuscire a sollecitare dei SENTIMENTIEMOTIVI.
E’ anche per questo che sono un accumulatore di cose, di oggetti, di idee e di parole ma ogni cosa che comunico – prima di condividerla – ha una ragione di essere perché fa parte del mio lavoro o ne ha fatto parte in passato. Qualche volta la professione viene contaminata dalle cose personali, ma come ho già raccontato, il mio LAVOROVITA è totalizzante, 24 ore su 24, ecco perché Instagram certe volte mi prende la mano.
Trovo sia fondamentale che le storie, per farle vivere, abbiano la loro circolarità sui social, non possono essere ASENSOUNICO, devono piacere… ma non a tutti, non è detto che tutto quello che piace a te deve portare ad un LIKE cosmico!!!!!!!!!
Devo dire che io quando scrivo qualcosa, è per comunicare un Pensiero e non per ottenere più LIKE. Certo è piacevole avere più fan e follower ma la soddisfazione maggiore è sapere che chi ti segue lo fa perché gli piace leggere quello che scrivi. In questo momento storico che stiamo attraversando credo che sia più importante (come detto tante volte in altri articoli) la QUALITÀ che la QUANTITÀ. A cosa serve dimostrare di avere tanti follower? Sapete che molti li Comprano? Perché? Ma non è più interessante e stimolante scrivere, non per creare AUDIENCE ma per creare EMOZIONI?
Tornando al centro della questione, lo storytelling deve essere un talento da sviluppare non un mezzo di persuasione a tutti i costi, lavorare sulla PAROLA giusta per il tuo pensiero, sull’IMMAGINE coerente con la tua estetica, sul SUONO adatto a rappresentarti sono le regole che portano a contenuti di qualità, a storie che possono piacere oppure no.
Raccontare storie dunque è interessante e stimolante ma ogni storia, deve comunque essere coerente e NONOMOLOGATA al racconto degli altri.
Raccontiamoci allora liberamente, facciamo sì che il nostro mondo diventi storia, piacerà o forse no, qualcuno lo condividerà, altri gli daranno un like, qualcuno lo troverà noioso, ciò che conta è essere capaci di comunicare prima che di raccontare ad ogni costo