Tanti, diversi, molteplici, i termini per definire e racchiudere i modelli di Diego Dolcini. Direi che forse – nel caso del designer – si può parlare di un bellissimo ed armonico “insieme-perfetto” di elementi che passa dall’essere calzature che sono allo stesso tempo: espressione massima di femminilità, sensualità ed eleganza.
Ma anche scarpe da guardare, a volte anche non toccare, ma magari invece esporre in mostra come – e lo sono veramente – sculture, dei veri oggetti di design.
Un design spiccato il suo, riconoscibile, sperimentale e ricercato che trasmette “a tutto tondo” a chi lo guarda, una formazione – la sua – alla Facoltà di Architettura, ma poi spostatasi subito nell’arte fino ad intraprendere successivamente anche quel taglio moda dal tocco così stylish, che ha fatto impazzire le celebrities internazionali: da Julia Roberts a Madonna.
Ma quelli dello stilista sono anche una preparazione ed un gusto così spiccati, da far si che Dolcini sia stato accanto ad alcuni tra i più importanti Direttori Creativi della moda internazionale per lavorare con loro, sulle collezioni di accessori.
Ho incontrato il designer questa settimana per Focus On, per parlare con lui delle sue scarpe magnifiche, di celebrities, ma anche dei suoi prossimi progetti.
Il Politecnico di Milano. Ma anche l’Accademia di Belle Arti di Bologna fino ad un Master alla Domus Academy (sempre a Milano), per poi iniziare il suo straordinario percorso. Diego vorrei che fosse lei stesso che mi raccontasse i suoi inizi, fino all’arrivo nella moda e il suo amore-passione-lavoro per gli accessori. Come inizia la storia di Diego Dolcini? Non potrei immaginare un altro lavoro per me. Fin da bambino ero attratto e curioso riguardo al mondo della calzatura. Ho sempre pensato che le scarpe fossero la miglior espressione di femminilità, sensualità ed eleganza. L’idea di poter creare, personalizzare un simbolo così forte era eccitante e ho sempre cercato di considerarlo un vero e proprio oggetto di design. Partendo da questo presupposto, i miei studi di Architettura al Politecnico di Milano e all’Accademia di Belle Arti di Bologna mi hanno dato la possibilità di vincere una borsa di studi per un Master in fashion design presso la Domus Accademy di Milano, dove mi sono laureato con Gianfranco Ferrè. Subito dopo ho iniziato un’intensa attività di collaborazione con alcune delle più importanti case di moda come Gucci, Bruno Magli, Trussardi, Emilio Pucci, Casadei, Narciso Rodriguez, e molti altri. Ho creato il mio brand Diego Dolcini che mi ha permesso di vedere le mie creazioni ai piedi di alcune delle donne più belle al mondo.
Tra le sue importanti collaborazioni trascorse, ci sono quella con Tom Ford all’epoca da Gucci, fino a Dolce & Gabbana, Peter Dundas e tante altre. Ma soprattutto il suo progetto personale Diego Dolcini. Le sue scarpe sono amate in tutto il mondo anche da celebrities internazionali come Fergie e Madonna. Vorrei chiederle quali sono i tratti, e in tre parole, gli elementi che caratterizzano il suo lavoro, il suo stile, i suoi modelli, tutti dalla fortissima riconoscibilità? Di sicuro lo studio dell’architettura mi ha portato ad essere un grande amante della geometricità che ricerco quando creo una scarpa. Arte, design, innovazione. Quando creo una scarpa non prescindo mai dal fatto che debba essere indossata, cerco sempre dal punto di vista stilistico e di design, delle soluzioni che siano al limite del possibile, le mie scarpe devono essere comode anche se hanno tacchi vertiginosi.
Parlando ancora di celebrities, che rapporto ha con loro? E da quale tra le star con le quali ha lavorato, è stato maggiormente colpito e ha pensato che potesse essere nella sua fisionomia e per le sue caratteristiche, la donna Diego Dolcini? Conservo un ottimo ricordo di tutte le celebrities con cui ho lavorato, ognuna mi ha dato qualcosa di diverso. Ma la prima volta che ho incontrato Julia Roberts non la dimenticherò mai. Eravamo a Venezia nel 2001, e lei mi aveva invitato nel suo albergo perché voleva conoscermi di persona. Ero così emozionato che all’inizio non l’ho nemmeno riconosciuta! In seguito fu una bella sorpresa scoprire che Julia indossava una delle mie creazioni la notte che vinse l’oscar per il film Erin Brockovich. Un’altra bella sorpresa fu vedere Madonna indossare uno dei modelli che avevo creato appositamente per lei, sulla copertina di Harper’s Bazaar.
Le donne hanno da sempre un rapporto molto molto speciale con le scarpe? Quali sono gli aspetti che cercano maggiormente nei suoi modelli? Non so per esempio la sperimentazione dei materiali, un’estetica forte, piuttosto che il comfort. Da cosa, si è reso conto negli anni, rimangono colpite maggiormente? Le mie scarpe sono uniche ed è così che vorrei che facessero sentire la donna che le indossa. Credo che questa sia la mia forza, la passione e l’amore che metto nel creare quello che le donne vogliono, un qualcosa che non segue stagioni e mode, ma è un’emozione.
Mi racconta invece com’è si evoluto in questi anni il suo lavoro, la sua strada e le sue fonti d’ispirazione? Ha per esempio scelto delle logiche, dinamiche, ispirazioni differenti nel corso del tempo? La logica delle mie scarpe ha sempre seguito un’idea artistica, dall’abbinamento dei materiali, ai colori, al design stesso della scarpa. Mi sono sempre ispirato al mondo dell’arte, approcciando in maniera quasi unica al mio prodotto.. non sempre improntato ad un meccanismo di commercializzazione ma per il puro piacere di poter fare qualcosa di diverso e innovativo, già riuscire a creare qualcosa di diverso rispetto a quello che il mercato propone è un passo verso l’innovazione. Nella mia vita ho vissuto in molte città, ho viaggiato moltissimo, sono stato a contatto con diverse culture e queste esperienze hanno influenzato le mie collezioni e la mia evoluzione creativa.
Quali sono i suoi prossimi progetti? E’ in uscita un libro che ripercorre la mia carriera e la mia vita, la fusione tra il Diego figlio, uomo, amico e il Diego designer e artista. Sarà un libro che mi rispecchierà anche nella forma e nella scelta stilistica, di cui mi sto occupando personalmente.
Come si rilassa Diego Dolcini quando non lavora? Sicuramente viaggiando, delle fughe anche brevi in luoghi del cuore, che non vi svelerò, in compagnia di amici o da solo. La natura mi rigenera e mi ricarica.