Tappa in Olanda, ma scordatevi la già vista e commerciale Amsterdam, che nonostante tutto conserva sempre un certo fascino, pur essendo diventata troppo inflazionata, soprattutto dagli italiani e ragazzini in cerca di esperienze sessuali a pagamento e droghe leggere di ogni tipo. Noi ci siamo fermati a 40 km di distanza dalla capitale dei Paesi Bassi. Utrecht. Una piccola città che pur ricordando in un certo senso Amsterdam, per via dei canali principali che attraversano il centro storico, si presenta con un’etica differente, meno commerciale, più conservativa.
Ci sono voluti 250 km di autostrade: tedesche e olandesi per raggiungere Utrecht. Limiti di velocità imbarazzanti, alcuni tratti di oltre 50 km da percorrere a 90 km/h, un’agonia senza fine se non fosse stato per il blocco della velocità della nostra Hyundai i20, inseparabile compagna di viaggio. Via il piede dal pedale e relax puro, anche se piove -.- qui piove sempre. Passeggiando per le vie di questa cittadina ti chiedi se i passanti che incroci conoscano il significato di estaste, sole e caldo. Chissà…
Saliamo sempre più a Nord, stavolta verso Ovest, per raggiungere Kinderdijk. Un piccolo paesino che conserva con orgoglio edifici e mulini risalenti al 1700 (il mulino più antico è risalente al 1738) affiancati in schiera lungo un canale che attraversa campi coltivati, verdi e ampissimi.
I turisti sono pochi, nonostante questi 19 mulini facciano parte del Patrimonio dell’UNESCO. E’ possibile visitarne qualcuno, altri – incredibile ma vero – sono ancora abitati e i mulini sono funzionanti. La forza meccanica dei mulini in azione è una delle cose più impressionanti. A vederli ci si aspetta che a momenti il mulino stesso possa prendere il volo. Per fortuna non è ancora successo e ci hanno rassicurato, il vento oggi non è poi così forte. Grazie al cielo.
Vogliamo farci del male e decidiamo di prendere un gelato, solo perché è davvero difficile restare indifferenti a questo signore. Il gelato alla fine era molto buono. Il signore simpatico.
Compriamo i biglietti del battello e siamo ancora soli. Nessun turista italiano, a riprova che il turismo che tira è altro, e certamente non quello di tipo culturale. Restiamo basiti e rassegnati. Restiamo lì seduti a osservare questo immenso paesaggio con in mano il nostro caffè illy issimo, nel silenzio, quasi artistico… e intanto ricomincia a piovere. Perché qui, piove sempre.