MARSĒM. Un nome veloce, rapido, d’effetto che accorcia, ridimensiona, taglia ogni concetto prolisso o troppo complicato da imparare e da ricordare.
E questo lavoro sulla distanza che si accorcia – fino a volte ad annullarsi – fa parte della filosofia di questo marchio che ha una pura visione-moda che è equilibrio e combinazione tra uomo e donna con uno speciale focus sul fluido, ovvero sul quel non porre limiti al proprio essere concetto molto familiare ai ragazzi di oggi – millennials e generazione Z – che finalmente vivono sempre meglio e liberamente la loro unicità mentale tradotta poi in un nuovo way to dress.
Per Antonio Semeraro (che si occupa dello stile) e Mario Monaco (che segue invece la parte business) soci e fondatori di MARSĒM il futuro è questo: ovvero la fluidità di genere, ormai in fase di crescita (pensiamo anche alle sfilate Co-Ed scelte attualmente dalle diverse Maison).
Ecco allora volumi, stampe, shapes e dettagli giocati sui capi per un racconto di libertà: libertà di indossare se stessi sempre, un modo di fare design scelto anche da un pubblico femminile – celebrities comprese – che in più occasioni sono state fotografate con i capi di questo marchio, una collezione maschile e un brand che andrà molto molto molto lontano.
Li ho incontrati questa settimana per Focus On.
Come nasce il progetto MARSĒM? E perché la scelta di focalizzare la vostra attenzione solo sull’uomo?
MARSĒM nasce dalla mia mente creativa e dallo spirito imprenditoriale del mio socio, Mario Monaco. Abbiamo pensato di creare un qualcosa che fosse molto carismatico e che potesse emozionare. La scelta (per ora) sul mondo maschile arriva dal fatto che crediamo che oggi l’uomo stia attraversando un periodo epocale piatto e molto scontato.
Quali sono i tratti che rendono così riconoscibile il marchio?
Crediamo in un “racconto del vestire” molto fluido che va oltre dei format prestabiliti. Pensiamo per esempio ai completi check – presenti nella nostra collezione invernale – molto d’impatto nonostante la loro classicità ma anche a quelli tinta unita che sembrerebbero così formali ma che sono invece arricchiti da un twist speciale nei dettagli, nei volumi, nelle lunghezze delle giacche.
Oggi si parla tanto di giovani dalla sessualità fluida che va oltre ruoli e tende ad unire il maschile e femminile. E proprio su questa scia alcune Maison stanno scegliendo di presentare le loro collezioni Co-Ed. Qual é la vostra opinione?
Sia io che Mario Monaco, il mio business-partner, pensiamo che le collezioni Co-Ed siano il futuro, perché ognuno deve sentirsi davvero libero di esprimere se stesso come meglio desidera. Oggi si parla tanto di genderless che per noi è già passato come termine perché preferiamo guardare ancora più avanti. La fluidità di genere è ormai un dato di fatto, la realtà di oggi senza il bisogno che ogni volta venga sottolineata. Tutto ciò sta diventando sempre più naturale e tutto ciò si riflette anche nella moda.
Nonostante il marchio sia focalizzato sull’uomo, diverse donne hanno scelto di indossare i vostri capi. Perché secondo voi? Per il fatto che forse una donna è più coraggiosa nello sperimentare dei look più maschili oppure perché la vostra collezione in un modo o nell’altro trasmette un messaggio femmineo e di totale libertà?
Coco Chanel e Saint Laurent sono stati nella moda i pionieri del gusto “ominile” quando la donna aveva un altro ruolo nella società di quei tempi… Oggi con Marsem cerchiamo di fare esattamente l’opposto, ovvero utilizziamo i tessuti per la donna sull’uomo per una collezione che sia un messaggio di libertà e non sessualità, e che possa essere indossata a prescindere dal sesso.
Attualmente avete appena presentato la linea Denim. Me la racconta?
Partiamo – anche per la Collezione Denim – sempre dal nostro uomo di riferimento ovvero un Gentleman dall’animo Rock che adesso abbiamo deciso di declinare ora anche in questa nuova linea ancora più strong! Ecco perché la nascita della capsule denim.
Come imprenditori come riuscite a frenare la troppa creatività che porterebbe inevitabilmente alla nascita di un prodotto poco vendibile con invece un giusto equilibrio che faccia in modo che si realizzino capi belli e singolari ma creando business?
La creatività bisogna dosarla … pensiamo che un giusto balance sia fondamentale. E’ importante non dimenticare mai che siamo degli imprenditori e che i capi devono essere portabili in quello che faccio perché i nostri capi non vogliamo vederli solo in passerella, ma per le strade di tutte le città d’Italia.
Quando un uomo è elegante?
Quando indossa un abito con naturalezza e semplicità… in poche parole quando è se stesso.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Sono tantissimi e probabilmente faremo un pensiero ad una collezione donna…. che per ora “ruba” i nostri capi dal guardaroba del suo compagno.
Fonte foto: Antonello Corà / Mauro Lorenzo