Stavolta comincio senza voli pindarici arrivando diretta al punto: mi giunge un comunicato stampa annunciando che su un blog XYZ debutta una sezione dedicata alla sorella della protagonista che ha cinque anni.
Sto ancora pensando quale sia la notizia a farmi più riflettere: se quella che si “pubblicizzi” una bambina di cinque anni, o se quella di mandare un comunicato stampa, da blogger autrice del proprio blog, alle redazioni di giornali.
Un po’ come se io, che ho un blog che si chiama Fashion Politan, mandassi, per esempio, a Fashiontimes.it o a qualsiasi altra redazione, un comunicato stampa sul mio stesso blog, dicendo che “per la prossima primavera-estate Lucia Del Pasqua (che sarei io) sceglie fantasie a fiori e scarpe basse”. 1) Ma chi se ne frega? 2) Ma il bipolarismo?
Premetto che ognuno, se Dio vuole, è libero di fare ciò che più gli pare e piace, e quindi di esprimere ciò che ritenga più opportuno, senza offendere nessuno, quindi mi avvalgo della facoltà di libertà d’espressione per dire: “ma come state?”.
Ultimamente c’è questa moda da parte delle blogger di mandare comunicati su se stesse; prima mi faceva ridere, adesso mi fa arrabbiare, perché tutto ciò rappresenta spam, cioè roba inutile, che per me in quanto blogger, donna, giornalista, ed essere pensante, significa solo psicosi, insani egocentrismi da placare.
Voglio dire, a me, in quanto persona che deve fare informazione, di ricevere una newsletter come la posso ricevere da Vanityfair.it, ma su un blog da tre visite, mamma, papà e nonna, me ne frega la metà della metà della metà della metà di meno di zero.
“Oggi nel blog XYZ si parla di smalti”. Bene, e quindi? Oggi a casa Del Pasqua si parla di lubrificanti, della sciatica di mia nonna, e della cacca del mio gatto che è più morbida del normale: domani mando tutte queste mie news personali direttamente all’Ansa e vediamo che succede.
E questo era il primo punto da affrontare, cioè della follia egomane delle blogger che è infinita, e purtroppo lo dico da blogger.
Il secondo punto riguarda i bambini: è giusto mettere sul proprio blog i propri figli, dei minorenni? La mia risposta forse andrà controcorrente, dato che non sono del tutto contraria, quindi dico: sì è giusto se si lasciano i bambini fare i bambini.
Quando uscì la notizia del “primo fashion blogger bimbo” mi fece prudere tantissimo le mani vederlo posare come David Beckham in mutande. Si chiamava e si chiama Alonso Mateo, un povero bambino con genitori snaturati, che indossa mocassini e si fa acconciare i capelli come un calciatore.
I bambini devono essere bambini, non grandi, poi io i risvoltini ai pantaloni non li posso vedere a nessuno, grandi o piccoli che siano.
Altro caso che mi fa molto arrabbiare è Laerta, la baby Instagramer hipster che smanetta già sul cellulare e non ride mai (Profilo Instagram), proprio come le “modelle grandi”.
E qui vengo al punto: io dico sì ai baby fashion blogger a patto che siano inseriti in un contesto di famiglia normale, che non siano ridicolizzati, che siano lasciati liberi di comportarsi per l’età che hanno.
Faccio qualche esempio, a partire da Baby Elle Style, un profilo Instagram di una deliziosa bambina ahimè davvero troppo modaiola, ma sempre sorridente e fotografata con una mamma e un papà normali e felici.
James Kicinski McCoy è la mia preferita: una giovanissima e bellissima mamma con quattro figli che ritrae in tutta la loro naturalezza e splendore. Guardate questo post, ci trovo una poesia e una normalità straordinaria.
Lei la conoscete bene, è The Sparkling Mommy – Elise Lefort, che io adoro; bene, anche lei ha la straordinaria capacità di far vivere alla sua fantastica figlia l’età di sua figlia, inserendola ogni tanto nei suoi post da mamma, come d’altronde fanno anche le Funky Mamas.
Voglio concludere con una scoperta che ho fatto di recente, che è Summer Bellessa, una blogger-genio che ha lasciato che il proprio figlio di tre anni la vestisse per una settimana. Guardate il risultato.