Il primo incontro con Davide Gemelli mi ha messo davanti una verità inconfutabile: io non bevo abbastanza acqua.
Da mai, credo. Non senza averci provato. I consigli di infermieri, medici, così come le App dedicate non hanno però mai funzionato a lungo termine. Anzi, persino l’applicazione sull’iPhone ad un certo punto si è arresa all’evidenza: sono un caso disperato.
A Davide Gemelli ci sono voluti tipo tre secondi per dirmi “tu non bevi, vero?” prima di lasciarmi con una raccomandazione, anzi, era più una specie di ordine: bere almeno 2 litri e mezzo di acqua al giorno.
Quando ho iniziato a postare nelle stories di Instagram i miei progressi con l’acqua, ho avuto parecchie risposte. Praticamente tutte dicevano “anch’io non bevo mai, non ce la faccio proprio”, “è più forte di me”, “ci ho provato ma poi passo la mia giornata in bagno”.
Ecco, sull’ultima, avrei anch’io da dire la mia, perché i primi giorni, sì, era proprio così. Al punto che in casa mi si prendeva leggermente in giro: “ma dove sei? ancora in bagno?” e io rispondevo parafrasando Vasco “se hai bisogno e non mi trovi cercami in bagno”.
Eppure, ho perseverato. E in tutta onestà devo ammettere che il mio corpo sembra essersi poi pian piano abituato, anche relativamente velocemente (complice la stagione estiva che, ovviamente, in questo aiuta parecchio).
Seguendo Davide Gemelli sui social, c’è un termine che torna spesso nelle sue stories: DISCIPLINA.
Ma questa disciplina, cosa riguarda?
Disciplina: come si riesce ad acquisirla
Non l’ho mai chiesto a Davide, e magari glielo chiederò presto: al di là del mio evidente bisogno di assumere molta (moltissima) più acqua di quanto lo stessi facendo (infatti al termine del nostro primo incontro il suo verdetto è stato senza appello: ritenzione idrica non patologica determinata da stile di vita sedentaria e alimentazione non bilanciata), non è che in qualche modo il fatto di iniziare questo nostro percorso in modo piuttosto soft con la raccomandazione di bere acqua aveva come missione anche quella di educarmi alla costanza e quindi, ad un certo tipo di “disciplina”?
A tutte le persone che mi hanno detto “io non ce la farei mai” ho risposto, pensandolo davvero, che in realtà è proprio vero: basta volerlo.
C’entra sicuramente una certa determinazione. Dopotutto, se si va dal medico per una bronchite, decidendo poi di non assumere la cura prescritta, non ci si può lamentare poi se quella bronchite non passa.
In poche parole, se si vuole iniziare un percorso, bisogna anche essere disposti a seguirlo.
Oggi dopo quasi due mesi da quel primo incontro non sto bene se non bevo almeno due litri, e arrivo anche molto facilmente a tre, quasi senza accorgermene.
Un certo tipo di disciplina, quindi, che ora piano piano sto provando ad applicare anche all’attività fisica. Io, che ho sempre odiato correre e che sono sempre fuggita da ogni tipo di attività scolastica già sin dai tempi della scuola, inizio a prendere davvero gusto ad allenarmi (la sensazione di benessere post allenamento è meravigliosa).
Disciplina e costanza nell’attività fisica: come riuscirci?
Senza troppi giri di parole, su questo punto, la presenza di un coach personale come Davide Gemelli è stata assolutamente determinante. Quando si parte da zero, avere una persona che ti aiuta, ti corregge, e ti supporta fa sì, tutta la differenza.
Banalmente per assicurarsi che tu abbia una postura corretta, che tu faccia i movimenti in modo giusto, e che non abbandoni dopo due minuti.
Davide mi ha fatto correre, parecchio, e allenare i muscoli della schiena, per rinforzare quello che è da sempre un mio punto debole che mi fa soffrire parecchio. Molto presto, mi ha fatto tastare i miei limiti, e aiutato a capire come e perché superarli.
Il nostro secondo incontro è iniziato con una premessa che sembrava quasi una minaccia “oggi sarà molto intenso”.
Quali sono le attività, i movimenti e l’allenamento migliori per iniziare un percorso di benessere? Un mix che vedremo nel dettaglio la prossima volta.