La rigenerazione urbana si rivela essere il cardine su cui poggiano i pilastri della rinascita dei borghi italiani, e Cortemilia, un piccolo borgo nell’alta Langa, diventa l’emblema di questa trasformazione sotto la guida illuminata di Paola Veglio.
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Secondo il primo Rapporto Nazionale sulla Rigenerazione Urbana, curato da Scenari Immobiliari e Urban Up, l’Italia prevede la riqualificazione di 920 km2 di suolo già edificato e la realizzazione di 350 milioni di m2 di nuove superfici immobiliari nei prossimi 27 anni. Un’opportunità che si traduce in 700 miliardi di euro di impatto diretto nel settore immobiliare, 850 miliardi di euro di ricadute indirette e 750 miliardi di euro nell’indotto, con la creazione di 100.000 nuovi posti di lavoro.
La sfida della rigenerazione urbana, tuttavia, non è appannaggio solo delle grandi città; i piccoli borghi, veri tesori della nostra penisola, si trovano ad affrontare l’inevitabile rischio di spopolamento e degrado. In questo contesto, Cortemilia si erge come un esempio luminoso di come l’attenzione imprenditoriale possa favorire il benessere territoriale e contribuire al ripopolamento delle aree rurali.
Con i suoi 2100 abitanti, Cortemilia è una destinazione enogastronomica di rilievo, amata dai turisti per la sua ricchezza storica e le radici tradizionali. Qui la rigenerazione urbana si fonde armoniosamente con la visione virtuosa del tessuto imprenditoriale locale, dimostrando che la salvaguardia delle radici culturali può convivere con l’innovazione e la sostenibilità.
Il Piemonte, in particolare, si posiziona come la quarta regione italiana per aree riqualificabili, con Torino a guidare la classifica come la città metropolitana più predisposta alla rigenerazione, superata solamente da Milano.
Paola Veglio, figura chiave di questa trasformazione, ha saputo infondere nuova vita a Cortemilia attraverso strategie intelligenti e un impegno deciso per il benessere della comunità. La sua visione, che sposa la tradizione con la modernità, pone Cortemilia come un modello da seguire nell’affrontare le sfide della rigenerazione urbana, promuovendo la sostenibilità, migliorando la qualità della vita e stimolando lo sviluppo economico locale.
A Cortemilia, l’imprenditrice Paola Veglio, AD di Brovind Vibratori S.p.A., ha messo in atto una serie d’iniziative per “riportare Cortemilia alla sua antica magnificenza”. In primis ristrutturando e riportando in vita lo storico hotel e ristorante nel centro del paese. “L’hotel era chiuso da 3 anni e oggi vuole essere un riferimento sia per il turismo, sia per i viaggi di lavoro. Il ristorante, invece, è stato concepito anche in ottica welfare: con la crescita dell’organico di Brovind si è reso necessario creare nuovi spazi per gestire al meglio la pausa pranzo. Qui possono pranzare 60 dipendenti e il pasto è a carico dell’azienda per l’80% del suo costo. Riaprire il ristorante si è rivelata una scelta vincente, sia per gli abitanti del borgo, che lamentavano la mancanza di una pizzeria da oltre 7 anni, sia per i turisti, ma anche per i nostri dipendenti che hanno molto apprezzato l’iniziativa. Il progetto ha incentivato anche la nascita di nuovi esercizi commerciali, gestiti da giovani del territorio, in prossimità dell’albergo. Penso sia un chiaro segnale che investire in rigenerazione e nel territorio sia la scelta giusta” racconta Paola Veglio.
Ma la rigenerazione urbana promossa da Brovind ha coinvolto un altro progetto degno di nota: la riqualificazione dell’ex polo industriale Miroglio abbandonato da anni. Si tratta di un’area di 33.000 mq da riqualificare per consentire alla produzione di Brovind, specializzata in soluzioni dedicate alla movimentazione industriale su base vibrante, di ampliarsi. L’investimento previsto ammonta a 12 milioni di euro; “una cifra titanica, considerato il periodo di forti incertezze, ma rappresenta l’unica opportunità concreta di crescere. Lo stabilimento è concepito per ospitare 200 dipendenti, all’insegna dell’indipendenza energetica. Sarà ultimato a fine 2024. Lo stabilimento di 13.000 mq potrà contare su un magazzino completamente automatizzato e sarà un esempio concreto di impresa 5.0, dove la tecnologia s’integra alla perfezione con il fattore umano. Le persone e il benessere della società sono centrali per l’azienda che gioca un ruolo centrale per il loro raggiungimento” conclude Paola Veglio.