La designer racconta il suo stile che oggi spazia tra abiti, eco-green e il progetto suites de luxe.

La sua attitude è garbata ma decisa, eclettica, cosmopolita ma anche totalmente “straight to the point” ovvero diretta verso un punto ben preciso: una sua visione personale e complessa – ma chiara – di ciò che oggi è lo stile che ha voluto dare ai suoi abiti… ma non solo… anche al suo mondo e alle sue clienti nazionali ed internazionali.

Ed è proprio per loro che Margherita de Cles negli anni, è riuscita a costruire una vera e propria life-experience che racchiude “in toto” elementi molteplici che si intrecciano in un unico filo conduttore.

Margherita de Cles (Ph. Paolo Morello)
Margherita de Cles (Ph. Paolo Morello)

Oggi de Cles – il suo antichissimo e aristocratico cognome ha dato il nome anche al piccolo e accogliente paesino in Trentino – è diventato un vero e proprio percorso di stile da vivere che passa dalle sue collezioni di abiti fino all’ hospitality de luxe.

La stilista ha creato così una collezione sartoriale che racchiude nel suo essere, riferimenti a luoghi e mete lontane – dal Marocco all’India fino allo Zimbabwe – dove Margherita de Cles ha trascorso lunghi periodi della sua vita – e che punta sulla filosofia del riciclo, dell’eco-sostenibilità con una grandissima attenzione alle stampe accese, forti, divertenti e colorate…  le stampe… un grande amore e passione della designer.

Le sue scelte interessanti e controcorrenti vanno sempre in direzioni opposte ma azzeccate. Da qui l’atelier  non a Milano  – meta frenetica della moda – ma all’interno del tranquillo Palazzo di fine 700 della sua famiglia, dove nulla però è statico e nostalgico ma anzi plasmato di grande buon gusto e contemporaneità attraverso la presenza di una sartoria che lavora ed accoglie le clienti con un “galateo” d’altri tempi e la scelta della stilista di creare in loco per le sue clienti anche la possibilità di poter riposare, meditare, camminare in alta montagna tra yoga e massaggio attraverso il soggiorno nelle sue La Cles Suite de Luxe , progetto in evoluzione e legato al concetto di hosting journey.

Abbiamo incontrato Margherita de Cles questa settimana per Focus On.

Quando nasce La Cles e qual è la filosofia che rende unico e caratterizza il suo brand? La Cles è un brand italiano con una forte vocazione olistica, che ho fondato nel 2015 e la sua filosofia si basa su principi etici attraverso l’uso di tessuti naturali, la tutela dell’artigianato e l’esaltazione del design italiano con la necessità di seguire i principi della sostenibilità. Le collezioni La Cles hanno un’anima e un volto e sono prodotti totalmente Made in Italy. Sono capi couture e demi-couture adattabili alle esigenze del cliente, dalla scelta dei materiali e le nuances più adatte al taglio del capo e alla persona.

La Cles

Il viaggio, la tradizione, la cultura e la contaminazione che ruolo hanno nelle sue collezioni? Il viaggio è il tema principale di ogni abito e di ogni collezione. C’è una assidua ricerca del particolare, dagli accessori, alla scoperta di capi di tradizione esotica e rivisitati in chiave più europea. L’uso delle stampe – che amo particolarmente – è l’elemento focus del viaggio, vengono raccontate avventure, fiori magici o animali fantastici su camicie, gonne e abiti in seta con stampa laser. C’è un forte bisogno di sognare e credo sia possibile farlo anche attraverso disegni, personaggi ed elementi che caratterizzano ogni mio abito. Le stampe dei capi segnano eventi importanti della vita di chi li indossa e fanno vivere in un mondo a colori. C’è una forte necessità di esprimere bellezza attraverso le sfumature e i tagli dei capi studiati per valorizzare ogni tipologia di donna, corpo e colore della pelle. Indossando un capo La Cles si porta con sé, storia, tradizione e un’eleganza senza tempo, silenziosa ma presente.

Chi è la donna che sceglie di indossare i suoi abiti? Sicuramente è una donna solare, giocosa ma allo stesso tempo consapevole della propria femminilità che non teme esprimere. È una donna sofisticata, elegante, curiosa che ama viaggiare e che ama valorizzarsi ed essere notata ma sempre con garbo. Ma non solo…  perché è anche sensibile alle tematiche del pianeta e della sostenibilità, è attenta alla sua salute, ad una alimentazione sana e a ciò che acquista. La Cles punta su capi diversi: dai tailleur, abiti da cerimonia fino alle linee classiche che esaltano forme e personalità in un gioco tra colori da indossare anche per gli eventi più mondani e formali.

La Cles

Mi racconta la collezione per la Primavera-Estate 2024? La Collezione Serendipity di La Cles riporta al tema del viaggio della sorpresa, del partire e fare incontri inaspettati o trovarsi in luoghi non programmati e dove poter ispirarsi e sognare. La Thailandia e il Marocco sono stati i luoghi di espressione di questa collezione. Dai completi resort, pantalone e top in seta, con stampe esotiche in seta e la capsule in cotone – pratica e comoda – con i vestiti su cui sono disegnati fiori stilizzati dai colori vivi e fantasie fantasiose che si ripetono… fiori di giardini incantati e nascosti… …dei quali si può quasi sentire il profumo. Anche la collezione Haute Couture si accompagna con colori delicati e pastello, dalle linee sinuose e che seguono le forme del corpo femminile, per celebrare la donna nelle serate ed eventi più mondani o red carpets…

La Cles e le stampe, da cosa nasce questa sua passione? Ho sempre amato i colori e le stampe… ricordo da piccola – negli anni ’90 – mia madre indossare capi di Ungaro con le prime stampe di animali o un tailleur rosa shocking di seta broccata. Negli anni ho fatto poi molta ricerca all’estero: dall’America, al Sud Africa, all’Europa e Indie…Il mio stile si è evoluto verso linee più pulite e semplici ma con la caratteristica predominante di colore o stampa. Credo che realizzare un abito come una stampa è come comprare un quadro, e metterlo in casa, ti dovrà piacere tutta la vita o perlomeno in quel momento perché esprime qualcosa di te. Le stampe raccontano storie e fasi della nostra vita e segnano il tempo…

Oggi diversi brand puntano sempre di più al concetto di lifestyle. Qual è la sua opinione? Oggi non si compra un abito o un look ma un’esperienza e un’emozione. Questo è ciò che cerco di fare nel mio atelier a Cles, in Val di Non. Nel 2017 decisi di restaurare il palazzo che mi fu lasciato da mio padre e aprire il mio atelier facendolo diventare “casa e bottega”. Dopo il covid ho smesso di vendere ai negozianti perché mi sono resa conto che non erano in grado di trasmettere – attraverso le mie collezioni – la mia passione e le mie esigenze. Oggi in atelier incontro le mie clienti, ho modo di coccolarle, scambiare delle parole, comprendere i loro gusti e momenti. È tutto personalizzato, dal capo, al tessuto al colore… Il mio scopo principale non è vendere ma dare un consiglio alla cliente che è alla ricerca di un capo per un evento o ha semplicemente bisogno di coccolarsi. Già solo quando entrano in atelier mi rendo conto che rimangono colpite dai colori, io cerco solo di comprendere i loro veri bisogni ed assecondare le loro scelte ma sempre con professionalità ed etica. Cerco inoltre di cogliere i loro messaggi e richieste per offrire loro il capo più bello che racconti il loro carattere e personalità. La Cles è al servizio dei clienti per realizzare i loro sogni. Durante il Covid decisi inoltre di realizzare due suites che potessero accogliere le mie clienti che a volte vengono da lontano e dei turisti che possano conoscere la mia realtà. È nato così il progetto La Cles Deluxe Suites. Sono appartamenti indipendenti al primo piano del palazzo nobiliare dove vivo e dove c’è il mio laboratorio, showroom e atelier. Da qui nascono e partono idee, disegni e capi.

La Cles Deluxe Suites

La Cles Deluxe Suites

Quali sono i prossimi progetti che ci può anticipare? Tra i progetti futuri sicuramente ci sono cinque suites tutte in stile La Cles che possano accogliere più persone ed offrire un’esperienza unica immersi nella bellezza del palazzo e tutto ciò che questo racchiude. Si aggiunge anche il progetto più ambizioso, di creare una scuola per mestieri e tutelare e salvare parte del patrimonio italiano legato alle arti. Spero di poter essere un buon esempio per le prossime generazioni che faranno la moda e spero che non si dimentichino da dove vengono perchè le nostre radici sono le basi per costruire progetti solidi e duraturi. La tecnologia sarà un elemento importante da inserire nella moda anche con i nuovi sistemi di e-tailor ma l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire l’estro creativo di ogni individuo…La moda è cultura, arte, passione, ma soprattutto emozione e tale deve rimanere.