Questa intervista al Dott. Stefano Scavia, Direttore Sanitario e Responsabile dell’Equipe di Chirurgia Orale presso Odontoaesthetics, ci porta a scoprire la passione, l’impegno e la visione di uno dei professionisti più innovativi nel campo dell’odontoiatria.

Proveniente da una famiglia di medici, il Dott. Scavia ha sempre avuto il mondo della medicina nel sangue, ma solo negli anni universitari ha scoperto la sua vocazione per la chirurgia rigenerativa e ricostruttiva del cavo orale.

Con una carriera segnata da continui successi, pubblicazioni scientifiche e ricerche innovative, ha fondato la Minimal Invasive Dental Academy (M.I.D.A), un’istituzione che riflette il suo approccio all’avanguardia nel rendere accessibili a tutti trattamenti avanzati, con un focus sulla minimizzazione dell’invasività.

dott stefano scavia dentista odontoiatra odontoaesthetics clinica dentistica di lusso dei vip (7)

Durante l’intervista, il Dott. Scavia ci svela il suo percorso personale e professionale, l’importanza di un approccio empatico e tecnologico nella cura dei pazienti e la sua visione per il futuro della professione odontoiatrica.

Come è nata la passione per questo mondo? Come ti sei avvicinato a questo lavoro? “Provengo da una famiglia di medici: mio nonno era un medico, primario e professore universitario, autore di diversi libri. E’ stato insignito anche dell’Ambrogino D’oro dal comune di Milano. Lui, insieme a mio zio, un’eccellenza nel campo oculistico, sono sempre stati un punto di riferimento per me.”

Quindi già da bambino sapevi che avresti voluto fare questo lavoro? “Il mondo della medicina mi ha sempre affascinato, ma da piccolo non avevo le idee chiare. Solo verso la fine del liceo ho capito quale sarebbe stata la mia strada. Iscritto al primo anno di università ho passato subito il test di medicina, perché ero affascinato dal mondo della chirurgia, pensare di poter riparare o addirittura ricostruire un organo era qualcosa di magnifico ai miei occhi. Successivamente, sono stato attratto dal mondo odontoiatrico, dalla medicina del cavo orale e dalle sue mille sfaccettature e ho deciso di specializzarmi in questo campo. Fortunatamente gli esami superati a medicina erano considerati validi anche per la laurea in odontoiatria. Da quel momento ho intrapreso un percorso formativo con un obbiettivo ben chiaro: specializzarmi nella branca più raffinata ed evoluta della medicina odontoiatrica, la chirurgia rigenerativa e ricostruttiva del cavo orale.”

Quando hai capito che c’era ancora spazio per l’innovazione e per poter fare tutto quello che hai realizzato nel tuo incredibile centro Odontoaesthetics? “L’ho capito nel tempo. Inizialmente, il mio obiettivo era apprendere bene ciò che facevano i più bravi, i luminari, di cui studiavo i lavori sui testi e ammiravo le imprese ai congressi. Per me era essenziale capire e riportare le loro tecniche meravigliose nel mio mondo, nella mia pratica quotidiana. Poi con il tempo ho compreso che, nel lavoro di tutti i giorni, i pazienti non sono sempre disponibili a trattamenti estremamente avanzati e complessi. Solo una piccola parte di loro sono disposti a seguire percorsi molto impegnativi, sia in termini di costi che di tempo. Io però volevo dare la possibilità di accedere a trattamenti straordinari e a risultati sorprendenti a tutti… un’utopia? Forse. Però, inseguendo questo sogno, ho continuato a studiare, a fare ricerca, a collaborare con realtà accademiche e universitarie, per portare innovazione ai trattamenti più complessi, semplificando le tecniche che avevo imparato con tanti sacrifici e sviluppando un approccio minimamente invasivo. Tutto questo per ridurre l’impegno delle cure per i pazienti, senza sacrificare la qualità del risultato finale. Un percorso di ricerca iniziato più di 20 anni fa, grazie al quale ho dato validità scientifica alle mie tecniche nel tempo, fino ad arrivare a quello che faccio oggi, dove solo negli ultimi 6 mesi sono riuscito pubblicare 4 diversi studi su riviste scientifiche internazionali.”

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Adesso quindi sei tu dall’altra parte? Sono gli altri ad imparare da te?
“Sì, ma nel contempo devo continuare a imparare anche io. Oggi è più facile ridurre virtualmente le distanze, soprattutto dopo il covid, per entrare a diretto contatto con i migliori professionisti di tutto il mondo. In passato è stato per me indispensabile viaggiare molto, per poter imparare e conoscere il lavoro dei grandi esperti del mio settore. Oggi posso studiare e migliorarmi anche attraverso la rete, lavorando molte ore al giorno, insegnando e continuando a crescere. Dopo tanti anni di studio e di ricerca capita di rendermi conto del divario rispetto a tanti colleghi che hanno comprensibilmente scelto strade meno impegnative della mia: quando in un caso complesso io individuo una decina di diverse problematiche, altri odontoiatri ne rilevano una o due, e questo rafforza nella mia testa il valore e l’importanza di tanti anni di sacrifici.”

Quanto è importante spiegare bene ai pazienti le diverse situazioni e come agire su di esse? “È fondamentale, e anche in questo ambito, la tecnologia ci presta soccorso. Uno studio del caso complesso è molto più immediato da spiegare al paziente se corredato di immagini, scansioni intraorali, modelli tridimensionali della bocca e dei tessuti ossei del cranio. Senza contare i casi in cui ci rendiamo conto, ogni giorno di più, che debbano essere gestiti attraverso il coinvolgimento di più specialisti. E’ cruciale dare un supporto completo al paziente, spiegando il problema, illustrando il percorso terapeutico, agendo in maniera coordinata e chiarendo sempre cosa sta accadendo e cosa accadrà.”

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Ascoltandoti è impossibile non notare una sfrenata passione per il tuo lavoro. Riesci mai a staccare mentalmente? “A dire il vero è realmente faticoso, più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto ormai io faccia parte integrante del mio mondo professionale e quanto questo sia ormai radicato indissolubilmente in me. Nonostante questo trovo ancora aiuto nell’allenamento fisico, nello sport intenso, nella disciplina e nel sacrificio. E’ un aspetto che apparentemente si scontra un po’ con l’idea comune dello studioso, del ricercatore, del grande scienziato, ma io, in tutta onestà, la penso diversamente. Ho sempre creduto nell’importanza di avere una mente e un corpo sano, e sono assolutamente convinto che l’essere umano, l’essere vivente in generale, debba avere un corretto equilibrio dentro di se tanto quanto con il mondo che lo circonda. In sintesi più alleno la mente, studio, ricerco, mi miglioro, e più devo bilanciare con un corpo altrettanto curato, allenato e forte, in grado di sostenere il mio lavoro mentale. La realtà è che oggi vado in palestra e, mentre mi alleno, fra una serie e l’altra, intanto lavoro.” (ride)

I tuoi collaboratori condividono il tuo approccio? “Non è semplice trovare persone con lo stesso livello di impegno; il sacrificio e l’abnegazione devono nascerti dentro, non può insegnarteli né tantomeno importeli nessuno. Oggi dopo tanti anni ho costruito un team di specialisti validissimi, che supportano e sostengono la mia visione professionale. Arrivare a saper gestire le tecniche più avanzate e riuscire a fare tutto quello che oggi faccio io però è molto difficile, la curva di apprendimento è davvero lunga ed è il motivo per il quale ho creato una scuola di formazione, una sorta di piccola accademia.”

Eccellere fa parte del tuo carattere? “Sì, faccio poche cose, ma cerco di farle sempre al meglio. Non è tanto una questione di competizione con altri, quanto la determinazione nel voler sempre essere la migliore versione di me stesso. L’obiettivo è quello di continuare a confrontarmi e a superami, in ogni cosa che faccio, non mi accontento mai, nel bene o nel male è più forte di me.” (sorride)

Come è nata l’Accademia MIDA? “È un’accademia di formazione per professionisti, nata dalla voglia di creare un gruppo di lavoro proiettato alle terapie “next generation” all’interno del settore odontoiatrico. Un progetto ormai consolidato, finalizzato al bisogno di trovare persone che possano lavorare nel mio team a livelli inimmaginabili rispetto alle comuni proposte terapeutiche. Il passo successivo sono stati i corsi one-to-one, un’occasione unica di formazione, mirata e specifica, per far emergere colleghi ambiziosi e  motivati, un percorso formativo che dia la possibilità di arricchirsi professionalmente oltre le normali aspettative, arrivando a garantire l’opportunità di poter entrare nel mio gruppo di lavoro.”

Hai molti clienti VIP. Come ti relazioni con loro? Come arrivano a te? “Non amo chiamarli VIP, ma semplicemente persone socialmente esposte. (ride) Con loro ho imparato a non essere troppo formale e a non farmi condizionare dalla loro fama o dal loro “personaggio”. A conti fatti siamo tutti normali esseri umani, ognuno con i propri pregi, difetti e le proprie virtù. Oggi sono arrivato a farmi semplicemente conoscere per l’eccellenza della mia professione, ed è proprio così che sono arrivato a tante personalità del mondo sportivo, canoro e dello spettacolo, tramite semplici rapporti umani, conoscenze e con il passaparola. Personalità autorevoli, grandi talenti e persone riconosciute dal grande pubblico, cercano cure che non interferiscano troppo con la loro vita quotidiana, con i loro viaggi, con le loro apparizioni sul palco. In questo contesto le terapie minimamente invasive, discrete, poco impegnative e prive di disagi rilevanti, risultano essere la risposta perfetta, il trattamento ideale, per ogni tipo di esigenza.”

 

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Nonostante i tuoi impegni, curi molto i tuoi profili social. Che rapporto hai con i tuoi follower? Sei sempre tu a rispondere?Sì, rispondo sempre io. Sono passato dall’essere stato per tanti anni totalmente diffidente, anti-social se così possiamo dire, a capire oggi il valore della comunicazione semplice, diretta, priva di tanti filtri, arrivando gestire personalmente il mio profilo instagram @stefano.scavia. Aprendo la mente, come ho fatto per tanti anni nella mia professione, mi sono reso conto che solo comunicando in prima persona posso riuscire ad essere efficacie nel trasmettere il valore del mio lavoro. Parlare sui social è diverso dal farlo con studenti o colleghi, io sono abituato a tenere lezioni e a parlare a congressi, la comunicazione social è totalmente differente, ma il mondo cambia e noi dobbiamo essere in grado di adattarci a questo.”

Adesso ti senti a tuo agio con i social? “Sì, anche se io sono perennemente convinto che ci sia sempre qualcosa da migliorare. Ho scoperto di essere seguito da molti studenti di odontoiatria, da odontotecnici, colleghi e assistenti dentali. Pensa che mi è capitato di ricevere e visitare pazienti accompagnati da me dal loro dentista, consapevole di non essere in grado di gestire casi eccessivamente complessi e convintosi a consultarmi su suggerimento delle proprie assistenti odontoiatriche, mie follower sui social network.”

Da quello che si vede online, possiamo dire che ti senti  anche a tuo agio davanti alla telecamera, dato che molte TV ti hanno intervistato. “Parlare in televisione è stato più semplice grazie alla mia esperienza con i congressi e le lezioni. La mia natura non è quella di apparire, ma salire su un palco o davanti a una telecamere è una semplice e fisiologica conseguenza della costanza e della dedizione in tutto ciò che faccio. Esporre una mia teoria scientifica davanti ad una platea internazionale di medici è molto più complesso che parlare alle persone comuni attraverso stampa e tv.”

 

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Quando hai iniziato questo percorso professionale, pensavi di arrivare così in alto? “Non avevo un obiettivo definito, l’unica cosa che mi interessava era fare il bene e il meglio per le persone, per i miei pazienti. Ero entusiasta e pensavo che diventando sempre più bravo avrei avuto la fiducia di tutti i pazienti che si sarebbero rivolti a me. Oggi mi rendo conto che la realtà sia molto più complessa e che spesso, non sia sufficiente essere il numero uno, per acquisire automaticamente la fiducia di un paziente. Lavoro ogni giorno con costanza e perseveranza sull’accrescimento delle mie capacità e della mia esperienza clinica, e al contempo sull’efficacia della mia comunicazione. Ritengo che non sia possibile instaurare un corretto rapporto medico/paziente senza lavorare costantemente sulla propria abilità comunicativa, nel nostro settore questo è tutto fuorché scontato. Mi pongo traguardi sempre più ambiziosi, ma non do un limite a quello che potrò essere fra 20 anni. Mi piacerebbe lavorare un po’ meno ore alla settimana, ma con sempre più gratificazione, la felicità dei miei pazienti rappresenta la mia gioia. Vorrei continuare a raggiungere i miei traguardi dedicando un po’ più di tempo alla mia famiglia ed ottimizzando ulteriormente le performance del il mio team.”

Quanto utilizzi la tecnologia e l’intelligenza artificiale per innovare? “La tecnologia è fondamentale nel mio lavoro. Le tecniche che utilizzo non sarebbero possibili senza la progettazione su software 3D e la combinazione di scanner intraorali e radiologia digitale. Questo ci permette di creare modelli virtuali e pianificare in dettaglio ogni intervento. L’intelligenza artificiale inoltre ci consente di analizzare l’anatomia della bocca del paziente e di calcolare la struttura originale dei denti mancanti sulla base dell’analisi di quelli restanti, ricreare una masticazione corretta e ribilanciare il lavoro di muscoli e articolazioni. Quest’ultimo aspetto inoltre è alla base dello studio neuromuscolare e gnatologico con il quale supportiamo tanti atleti che, grazie all’odontoiatria sportiva, ripristinano la corretta funzione masticatoria e arrivano in molti casi a ridurre infortuni e a migliorare le loro prestazioni fisiche e atletiche “

Qual è il complimento più bello che hai ricevuto in carriera? “Più che un singolo complimento, apprezzo l’ammirazione continua dei miei pazienti, che mi rende orgoglioso. La mia missione è quella di migliorare la vita delle persone nella maniera meno fastidiosa e più efficacie possibile, ed è quello che cerco di trasmettere. E’ un messaggio che cerco di trasferire anche tramite i social, e sono felice quando vedo che le persone mi stimano, ancora prima di ricevere il mio aiuto.”

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Parliamo un po’ di te al di fuori di Odontoaesthetics. Che rapporto hai con l’alimentazione? Qual è il tuo piatto preferito? “Seguo una dieta rigida per motivi di salute, prima ancora che per disciplina o sport. Il mio piatto da sogno? Un bell’hamburger pieno di salse e patatine o una pizza, può apparire banale, ma a chi importa veramente ciò che mangi? Quello che conta è ciò che sei. Il mio sgarro settimanale è comunque costituito da una bella grigliata di carne e da un buon bicchiere di vino.”

Che tipo di allenamento fai in palestra? E quali sport segui in TV? “Faccio body building perché è uno sport che premia la disciplina, rinforza il mio corpo e mi permette orari liberi, ma mi piacerebbe tornare a giocare a tennis ad alti livelli. Da giovane, alle superiori, giocavo a tennis a livello agonistico, poi fra studi, viaggi e carriera ho completamente abbandonato questo sport. In TV seguo soprattutto i motori, in particolare le moto, ho un passato da motociclista e negli anni dell’università ho intrapreso un percorso agonistico anche in questo ambito. Mio figlio manifesta un particolare talento per le due ruote, ma oggi la viviamo solo come un gioco e un passatempo. Non ho mai seguito più di tanto il calcio, oggi però mi ritrovo a lavorare con i calciatori di serie A e, inevitabilmente, il coinvolgimento è diverso, ma non ne faccio una passione sfrenata, seppur sostenga quotidianamente “i miei ragazzi, i miei pazienti” con molto entusiasmo.”

Dove vai quando non viaggi per lavoro? “Faccio poche vacanze, pochissime in realtà… ma cerco luoghi a me familiari, dove so di trovarmi bene. Ho girato il mondo per arricchire la mia professione, ma per piacere, il più delle volte, preferisco restare in Italia. Amo la Sardegna, la Toscana, i colli Euganei del Veneto, ma ad Agosto scappo nelle mie valli in montagna, dove ho una casa da sempre, con la mia famiglia. Non ho molto tempo per viaggiare per semplice piacere o passione, pertanto amo dare valore a dei posti, ricchi di sentimenti e di significato per la mia anima e per la mia serenità interiore.”

Quando esci con gli amici, ti capita di osservare la loro bocca? “Sì, lo faccio con tutti, ma cerco di non farmi troppo notare, purtroppo o fortunatamente la mia professione è diventata un filtro per la mia vita. Credo nell’amicizia vera e amo circondarmi di poche persone, ma sempre e comunque molto valide. Purtroppo la mia vita intacca bene o male anche questa sfera e ho molto meno tempo da dedicare alle amicizie vere, rispetto a un tempo e rispetto a quello che meriterebbero e che vorrei.”

Ci racconteresti un aneddoto divertente legato alla tua professione? “Ho conosciuto mia moglie molti anni fa, allora collaboravo come chirurgo nello studio di una collega. Lei era una paziente e mi fu richiesto di visitarla per valutare l’estrazione di un dente del giudizio. Io acconsentii all’intervento, che fu pianificato nelle settimane successive. Dopo l’estrazione, nonostante le mie indicazioni, lo studio si dimenticò di fornire alla paziente le istruzioni post-operatorie. Lei inconsapevole eseguì degli sciacqui non indicati dopo le comuni manovre estrattive, causando un banale seppur fastidioso sanguinamento. Lo studio la mise in contatto con me per fornirle indicazioni adeguate, da lì iniziammo a sentirci e col tempo a conoscerci meglio.”

Le tue vacanze da sogno ed un po’ di meritato riposo fra qualche anno? Una villetta al mare in Sardegna, un giardino, un portico, un tennis club e una palestra per allenarmi, anche da “vecchietto”. Nel mio angolo di pace un’amaca o una sdraio, all’ombra, un tablet per restare connesso con il mondo accademico e continuare a confrontarmi con la comunità scientifica internazionale. Mio figlio che cresce e va a divertirsi in modo sano con gli amici, mia moglie che finalmente gode di un giusto relax e di un’adeguata ricompensa, in cambio di una vita fatta di sacrifici, dedicata al sostegno del mio sogno e del mio percorso professionale. Tanti medici e colleghi che sposano la mia filosofia di lavoro e che portano avanti le mie tecniche, la mia “practice” e la mia gioia nel far felici tantissime persone.